Fermata dell'autobus con annessa pozzanghera: i disagi sulla via Tiburtina al bivio di Guidonia

Alla fermata dell'auto del Bivio di Guidonia sulla Tiburtina lavori fatti male e quando piove una pozzanghera occupa la piazzola.

Fermata dell'autobus con annessa pozzanghera: i disagi sulla via Tiburtina al bivio di Guidonia
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Tommaso Verga Modifica articolo

9 Gennaio 2024 - 11.06 Globalist.it


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Il vantaggio è indiscutibile. Attendere l’autobus in piedi sotto il sole o la pioggia (la pensilina è inimmaginabile, non ce n’è una per tutta la linea) mentre l’innovazione consente almeno di appoggiarsi ai guard rail dei quali fino a ieri si ignorava l’esistenza e la bontà. Nè aveva qualche ragione la sicurezza stradale, su quel tratto di strada da anni non si contano incidenti. Non fosse che tanta disponibilità messa in mostra da un cantiere in attività pressappoco dal 5 luglio al 7 ottobre dell’anno appena concluso, viene annullata dalla nascita d’una pozzanghera (foto in alto) patrocinata dai «lavori in corso» del suddetto sulla via Tiburtina, dal km 20,300, ossia da Albuccione (quartiere di Guidonia Montecelio), fino al km 25 del Bivio di Guidonia (lato Comune di Tivoli).

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A meno non si tratti di un subappalto, titolare dell’installazione è l’Anas (nulla a che vedere con i giacimenti custoditi nel «palazzaccio» di piazzale Clodio a Roma; salvo ulteriori “perlustrazioni”). Come si apprende dal sito della Città metropolitana di Roma Capitale (CmRC), con al vertice il sindaco Roberto Gualtieri, istituzione che ha sostituito – con giustificati rimpianti –, la Provincia, l’attività sulla Tiburtina rientra nella «Convenzione tra Città Metropolitana e Anas per riqualificare strade periferia». Tradotto, la CmRC non provvederà più direttamente al controllo e alla manutenzione del sistema viario dell’hinterland. Fino alla conclusione del giubileo.

Quello che non si riesce a cogliere nella “convenzione” citata, è come, quando e chi verifica la bontà delle opere. Si forma una pozzanghera che, in dipendenza delle piogge, produce un «effetto fisarmonica», occupando così l’intero spazio della fermata dei bus. Ciò sta a dire che i lavori svolti dall’Anas non sono stati sottoposti a controlli o collaudo.

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Una enunciazione che trova conferma nel semaforo. Fu l’Astral a insediarlo circa un lustro fa. Da lì risulta immoto, perennemente spento, senza più nemmeno la cassetta dei comandi contenente il software per farlo funzionare, in tutta evidenza giudicata superflua e portata via. Il servizio (come mostra la foto) sovrasta la Tiburtina al km 21,450 da un lato all’altro della provinciale. Decisamente ignorato dai “lavori in corso”. Molto probabilmente per scaramanzia.

Quel tratto della ex-Statale non conta incidenti, nemmeno lievi. Quindi… perché mettere mano al semaforo? Se il traffico e la sicurezza non soffrono di ricadute, perché metterlo in funzione, non è meglio tenerselo così?

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