Carlo Stasolla premiato da Mattarella. Diritti umani e l'esperienza negativa di Albuccione.

Il presidente dell'Associazione chiamata dal Comune per il superamento del campo rom spiega la sua versione sullo sgombero. Chiuso in fretta e furia il programma concordato, decine di bambini senza scuola. Il problema dell'ondata di ritorno

Carlo Stasolla premiato da Mattarella. Diritti umani e l'esperienza negativa di Albuccione.
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4 Marzo 2025 - 08.50


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di Giuliano Santoboni

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Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Questo è l’altisonante riconoscimento ricevuto direttamente dalle mani del Presidente Sergio Mattarella la scorsa settimana da Carlo Stasolla, 59 anni presidente dell’Associazione 21 luglio. Un’organizzazione che da 15 anni di occupa di “diritti dell’infanzia e della periferia estrema”, attraverso il superamento della logica del campo rom come luogo di segregazione etnica ed emarginazione sociale. Anche a Guidonia Montecelio e Tivoli.

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E le motivazioni di questo Merito riconosciuto a Stasolla da Mattarella sono sintetizzate nel suo commento all’uscita del Quirinale: “L’onorificenza di oggi rappresenta un riconoscimento ai diritti di quanti abitano ai margini delle città, delle bambine e dei bambini nati e vissuti dentro una baracca, di famiglie ghettizzate ed escluse su base etnica. Abbiamo una missione impossibile: ridare dignità e voce a persone private del potere di decidere e sognare alternative e vite diverse. A loro dedico l’onorificenza”.

Carlo, Mattarella ha parlato del tuo impegno contro l’estrema segregazione e discriminazione. È questo quello che succede nei cosiddetti campi rom?

Si, esattamente. Alla base delle logiche che portano a formare accampamenti precari e disumani nelle periferie c’è proprio la segregazione, vista da ambo le parti come precaria e malsana soluzione ad un palese problema di discriminazione tra esseri umani. Noi lavoriamo per il superamento dei campi rom ponendo al centro i diritti dell’infanzia, i diritti umani sanciti in convenzioni e accordi internazionali. Abbiamo un metodo collaudato che ha portato molti risultati in tutta Italia, totalmente antitetico allo sgombero forzato ed unilaterale.

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La festa della befana per i bambini del campo di Stacchini 10 anni fa.

Parliamo della situazione di Guidonia Montecelio. Abbiamo visto sui giornali, nei servizi TV e sul vostro sito che l’Associazione si è occupata anche dell’insediamento dell’Albuccione, usando parole forti come mancato rispetto dei diritti delle persone e contestando il fatto che minori con disabilità e donne in gravidanza sono state lasciati in strada senza soluzione. Cosa è successo?

È successo che nella primavera del 2024 siamo stati contattati dall’amministrazione comunale per supportarli nel tentativo di superamento del campo dell’Albuccione, che da 15 anni porta con sé sia enormi problemi di ordine pubblico e disagio per i residenti, che condizioni sanitarie e di vita estreme per quanti abitano nelle baracche.

Eravamo ben contenti di questa iniziativa, e abbiamo chiaramente spiegato che il superamento del campo avrebbe avuto delle fasi da rispettare per essere efficace, sia per la sua riuscita che per una durabilità nel tempo: non bisognava avere fretta.

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Eravamo nella prima fase, quella che chiamiamo “fotografia della situazione”, che consiste in un censimento puntuale delle presenze e di colloqui individuali per capire fragilità, aspettative e grado di collaborazione delle persone.

Ad agosto poi il primo di una serie di strani incendi nel campo, oltre ad avere messo in estremo pericolo la vita di centinaia di persone e ad aver avvelenato l’aria per altre migliaia, ha determinato un cambio nell’atteggiamento dell’amministrazione comunale.

È come se avessero voluto cogliere al volo l’occasione drammatica dell’incendio, chiudere il programma che avevamo concordato e sgomberare in fretta adducendo a motivi di sicurezza non avendo troppi riguardi sul destino delle persone. Sono convinto che questo sia stato un grande errore da parte del Sindaco, un nascondere la polvere sotto il tappeto. Adesso sembra tutto risolto, ma non hanno minimamente considerato l’inevitabile ondata di ritorno, non credano che sarà così facile liberarsi di centinaia di persone di ogni età che per 15 anni sono state nel territorio. So di alcune famiglie che sono già tornate indietro, la zona non è stata sgomberata come dicono.

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A proposito degli sgomberati, ma le decine di bambini che frequentavano le scuole che fine hanno fatto? Ad ottobre sono stati mandati via tutti, ed era l’inizio dell’anno scolastico.

È inutile girarci intorno, c’è stata una brutale interruzione del percorso scolastico, ma sembra che non importi a nessuno. Non ho visto una singola presa di posizione da parte dell’amministrazione per evitare l’abbandono di un percorso educativo che è alla base dei diritti dell’infanzia e della speranza di un futuro migliore.

Bambini non educati dalla scuola diventeranno ragazzi e adulti sempre più segregati e ai margini di una società che non li vuole, aumentando il problema per loro e per i territori dove si trovano a stare.

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Poi sono comparse le scritte naziste che in un luogo dove si è rischiata la vita per l’incendio, si inneggiava ai forni…..

Si, pochi giorni dopo sui blocchi di cemento usati per impedire l’accesso al campo, qualcuno ha disegnato svastiche e frasi inneggiati ai campi di sterminio, dove milioni di persone tra cui rom, sinti e caminanti sono state incenerite da un regime disumano. È un atto gravissimo, sintomatico del clima necessario ad un vero rispetto dei diritti umani e del superamento del campo. Nessuno ha pubblicamente condannato l’accaduto, come se farsi vedere anche in questi casi estremi dalla parte dei rom potesse essere compromettente per qualcuno.

Carlo Stasolla all’Albuccione mostra le scritte naziste

La logica del superamento dei campi è un tema da sempre molto dibattuto. Se ne è parlato in un convegno a Roma.

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Si, lo scorso 19 Febbraio, promosso dal Campidoglio e appoggiato dalla CEI. Si sono visti i risultati di anni di lavoro anche della nostra Associazione e del nostro metodo, che ha portato ad una diminuzione dei campi e dei loro occupanti in maniera sostenibile e nel pieno rispetto dei diritti umani, in particolare dei bambini. Abbiamo portato come esempio il campo di via di Salone, nel qual abbiamo iniziato ad operare nello stesso periodo nel quale avevamo iniziato ad Albuccione. In poco meno di un anno le presenze sono diminuite di un terzo nel pieno rispetto di tutti. Questo volevamo fare a Guidonia.

Mi dicono che l’amministrazione si sia risentita per non essere stata invitata al convegno. Ma cosa avrebbero potuto dire? Il programma è stato bruscamente interrotto a causa di un incendio e le persone mandate vie forzatamente credendo che con 500 € a testa si potesse risolvere la situazione. Non rappresenta di certo un esempio da seguire.

Abbiamo visto il consiglio comunale di Guidonia Montecelio successivo allo sgombero forzato. Ci è sembrata una gara per maggioranza e opposizione a prendere la parola e cercare di rosicchiare un pezzetto di “gloria” davanti ai cittadini per la cacciata dei rom.

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Sono valori antitetici rispetto a quelli che hanno spinto il Presidente della Repubblica a conferirmi l’onorificenza, a riconoscere il nostro lavoro. Adesso, poi, gli sembra che il problema sia stato risolto, propagandando anche un importante risultato. Ma noi con la nostra esperienza sappiamo che non è così, e non saranno certo delle ordinanze estemporanee ad impedire l’ondata di ritorno. Un problema umano si affronta nel rispetto dei diritti umani, stiamo parlando di persone, uomini donne e bambini, come ho detto a Mattarella la scorsa settimana.

Ma spesso si scelgono scorciatoie e si approfitta di “casualità” che calpestano tutto questo. Disumano davvero.

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