Un appassionante dibattito sulla violenza di genere da "Il padrone" di Nicodemo Gentile 

La cittadina di Tivoli ha ospitato Nicodemo Gentile, scrittore e avvocato penalista che costituisce una voce autorevole e di rilevanza nazionale sulla dolorosa questione dei femminicidi.

Un appassionante dibattito sulla violenza di genere da "Il padrone" di Nicodemo Gentile 
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19 Maggio 2025 - 23.02 Globalist.it


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di Cinzia Mescolini

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In presenza di un pubblico attento e sensibile al tema della violenza di genere, sabato 10 maggio la cittadina di Tivoli ha ospitato Nicodemo Gentile, scrittore e avvocato penalista che costituisce una voce autorevole e di rilevanza nazionale sulla dolorosa questione dei femminicidi.

L’evento, patrocinato dal Comune di Tivoli e organizzato dal Laboratorio del Possibile ASP, associazione impegnata da anni sul territorio nel supportare le donne vittime di violenza, si è tenuto presso la sala Roesler Franz in occasione della presentazione dell’ultimo libro dell’avvocato Gentile, “Il padrone”, incentrato sull’agghiacciante caso di Sara di Pietrantonio avvenuto nel 2016 a Roma. Sara, a soli 22 anni, è stata prima strangolata e poi data alle fiamme in via della Magliana dal fidanzato Vincenzo Paduano, considerato da tutti un “bravo ragazzo” e che nessuno, prima di questo crimine spietato, avrebbe mai potuto definire un potenziale assassino.

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L’incontro, però, è stato molto di più di una semplice presentazione dell’ultimo libro pubblicato da Nicodemo Gentile, il terzo peraltro uscito a sua firma sull’ argomento. L’autore infatti, nel rispondere alle domande di Daniela di Camillo – presidente del Laboratorio del Possibile – ha sviscerato aspetti nodali su quella che sembra sempre di più, come egli stesso ha affermato, una vera e propria guerra civile. 

Se i numeri dei femminicidi, in continuo aumento, sono impressionanti, non meno lo sono le dinamiche relazionali che caratterizzano il fenomeno. Ciò in considerazione di quanto l’avvocato stesso ha potuto osservare seguendo i casi celebri di Sarah Scazzi, Giulia Cecchettin, Melania Rea, Meredith Kercher , solo per citare i più noti, a costituire la punta dell’iceberg di un fenomeno molto esteso nella quotidianità. 

La realtà della violenza di genere, che porta solo in casi estremi al femminicidio, è infatti purtroppo molto diffusa e, sottolinea Gentile, “democratica e trasversale”, nel senso che interessa indistintamente ogni status sociale e culturale. Si tratta spesso di una violenza impalpabile, difficile da individuare e dunque da prevenire. Talvolta invisibile anche agli occhi stessi della donna coinvolta, che tende a sottovalutare la disfunzionalità relazionale fino alle estreme conseguenze.  Su questo fronte Nicodemo Gentile, con la passione e la determinazione che emergono dalle sue parole,  si sente coinvolto “oltre la toga”: da qui il suo impegno con Penelope Italia, associazione che si occupa di persone scomparse,  e la sua attività di divulgatore in progetti  di prevenzione destinati  ai giovani. 

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Non manca nelle parole di Nicodemo Gentile una dura critica agli strumenti di prevenzione e di intervento messi in campo dalle istituzioni: da un codice rosso privo di risorse economiche ai tempi troppo lunghi della giustizia. La stessa presa in carico delle tantissime donne che quotidianamente, magari dopo anni di sofferenze e superando mille dubbi e timori, decidono finalmente di denunciare, risulta ancora priva di risposte concrete: spesso, per esempio, manca una ospitalità tempestiva, necessaria per una reale messa in sicurezza di chi denuncia.

Nicodemo Gentile non è stato però l’unico a intervenire sul tema della violenza di genere, su cui si è aperto, nella coralità di opinioni, un dibattito appassionato e di grande interesse.  Dopo Francesca Chimenti,  Presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Tivoli, hanno preso infatti la parola diverse persone impegnate quotidianamente, con ruoli diversi, nella lotta al fenomeno.

La dott.ssa Simona Bonocore, psicologa e criminologa che si è soffermata per esempio sulle dinamiche relazionali disfunzionali, dalla dipendenza affettiva alla manipolazione, fino ai disturbi del comportamento come quello narcisistico, spesso caratterizzanti la personalità del soggetto abusante. 

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Sono poi intervenuti il dott. Rocco Micale, criminologo investigativo e vicepresidente dell’associazione Penelope, nonché l’avv. Angela di Miccoli che ha messo in evidenza le criticità degli aspetti legislativi e la dott.ssa Pieranna Mischedda, psicologa, entrambe volontarie del Laboratorio del Possibile. 

Proprio l’ambito del volontariato, che rappresenta una risorsa preziosa non adeguatamente sostenuta dalle istituzioni, permette infatti di avere una visuale a 360 gradi del problema, dalla prevenzione al sostegno alle famiglie che ne sono coinvolte. Un momento di confronto dunque, anche animato, tra i diversi attori presenti, che ha sicuramente interessato e arricchito il pubblico su un tema –  la violenza di genere – di cui non si parla mai abbastanza.  

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