di Giuliano Santoboni
Da firmare subito. Per cercare di mettere un po’ di ordine nel caotico panorama italiano sull’argomento, l’Associazione Luca Coscioni ha presentato lo scorso 26 Giugno una proposta di legge di iniziativa popolare per regolamentare una volta per tutte il trattamento di fine vita volontaria tramite aiuto medico. In pochi giorni sono state raccolte decine di migliaia di firme, ma è necessario raggiungere il quorum delle 50.000 entro il 6 Luglio. Firmare è veloce e sicuro, basta accedere con SPID o CIE alla piattaforma del Ministero della Giustizia https://firmereferendum.giustizia.it/referendum/open/dettaglio-open/4100009
L’Associazione spiega in un comunicato: “La proposta di legge elaborata dall’attuale maggioranza di Governo sull’aiuto medico alla morte volontaria punta a restringere il più possibile, fino a cancellare di fatto le possibilità di accedere alla procedura dilatando i tempi di una risposta, escludendo il Servizio sanitario nazionale e ponendo l’accento sulle cure palliative. Al contrario il nostro testo prevede tempi certi, garanzie e il pieno coinvolgimento del Servizio sanitario nazionale, lasciando libera scelta alla persona tra autosomministrazione o somministrazione del farmaco da parte del medico”.
Cosa prevede la proposta di legge
Il disegno di legge stabilisce le condizioni e le procedure attraverso le quali un individuo può richiedere l’autosomministrazione o la somministrazione di farmaci per il fine vita. I requisiti fondamentali includono la maggiore età, la capacità di prendere decisioni libere e consapevoli, e la sofferenza per una patologia irreversibile o con prognosi infausta a breve termine, che causi sofferenze fisiche o psicologiche ritenute intollerabili.
La proposta prevede che la richiesta possa essere avanzata al medico curante, il quale informerà il paziente sulle alternative terapeutiche e palliative. Se la volontà viene confermata, si avvia una procedura di verifica condotta da un collegio medico multidisciplinare. Questo collegio, composto da specialisti come palliativisti, psichiatri e medici legali, avrà il compito di accertare i requisiti e individuare i farmaci e le modalità più idonee. L’intero processo di verifica dovrebbe concludersi entro un massimo di 30 giorni.
Il testo lascia alla persona malata la scelta tra l’autosomministrazione dei farmaci, con il supporto medico per la preparazione, o la somministrazione diretta da parte del personale sanitario. Entrambe le procedure potranno avvenire in strutture sanitarie pubbliche o convenzionate, oppure al domicilio del paziente, sempre con la presenza di personale qualificato.
Un punto cruciale della proposta riguarda l’esclusione della punibilità penale per chiunque partecipi alle procedure nel rispetto delle condizioni previste dalla legge. Viene inoltre garantita la libertà di coscienza per il personale sanitario, che non potrà essere obbligato a fornire tale aiuto, ma la struttura sanitaria avrà il dovere di assicurare comunque l’accesso alla procedura tramite altro personale disponibile.
Questa proposta di legge si propone di fornire un percorso chiaro e dignitoso per coloro che desiderano esercitare la propria autodeterminazione di fronte a condizioni di sofferenza insopportabile, nel rispetto della normativa sul consenso informato e le disposizioni anticipate di trattamento.