di Marcello Cecconi
Parliamo della boxe alle Olimpiadi in corso a Parigi. Ora il pugilato nazionale è sotto choc per alcune eliminazioni inattese. Si comincia con quella di sabato scorso della nostra stella Aziz Mouhiidine fatta fuori, con decisione non unanime tra i giudici, dall’uzbeko Lazizbek Mullojonov che non ha nemmeno esultato ed è apparso stupito dalla decisione. Si passa poi all’altra eliminata, la 50 Kg. “Caterpillar” Giordana Sorrentino, olimpionica di Tokyo 2020, che non si è risparmiata boxando con testa e cuore, ma il verdetto anche con lei è apparso quantomeno ingeneroso con un 1 a 4 a favore dalla kazaka Nazym Kyzaibay.
L’ulteriore eliminazione, ancora più inattesa e polemica, è stata quella di martedì, ai sedicesimi, di Irma Testa, una delle icone della spedizione azzurra e candidata a una medaglia d’oro. La 26enne campana, bronzo a Tokyo2020 e attuale campionessa del mondo, si è vista assegnare la sconfitta nel primo incontro della categoria 57 chili, nonostante avesse vinto largamente il primo e il secondo round e sofferto solo un po’ nel terzo.
La Testa, come Mouhiidine e come Giordana Sorrentino, ha correttamente omaggiato l’avversaria ma uscendo dal ring in lacrime non si è voluta fermare a rilasciare interviste a caldo ai cronisti. Polemiche per i giudici: “…Due errori clamorosi e pesanti che hanno colpito le nostre punte di diamante, togliendoci due probabili medaglie, a distanza di pochi giorni – dice il D.T. Emanule Renzini, che aggiunge – Il criterio di valutazione utilizzato sulle tre riprese ritengo che non sia adeguato per questo tipo di attività e soprattutto se non iniziamo a fare un serio percorso di formazione e selezione della categoria arbitrale, allora meriteremo di essere fuori dai Giochi Olimpici”.
Non mancano le proteste nemmeno nel fioretto con l’interpretazione delle immagini var per la stoccata decisiva, che ha, a dir poco, danneggiato Filippo Macchi nei confronti dell’atleta di Hong Kong, Ka Long Cheung, che così si è visto assegnare l’oro. Poi, proteste anche per Arianna Errigo fuori ai quarti nel fioretto femminile contro l’americana Scruggs e anche per la plurimedagliata alle Olimpiadi, Odette Giuffrida, che va fuori nel judo sia in semifinale che nella finale per il bronzo senza subire un punto a sfavore, con l’arbitra rumena Ioana Babiuc che sembrava accanirsi nelle decisioni a lei avverse.
Le polemiche sono salite alte fino a coinvolgere anche il presidente del Coni Malagò che invece di parlare di incompetenza e inesperienza non adatta all’importanza delle gare ha riportato il problema ad alcune ere fa, dicendo: “…ma il problema è che c’è un errore di fondo. I due giudici venivano da Taipei e dalla Corea in una finale tra Italia e Hong Kong. – e aggiunge – Ci hanno detto che sono stati estratti a sorte e a maggior ragione dopo il primo andava cambiato il secondo presidente di giuria. In nessuno sport c’è un arbitro “confinante” con un’atleta”. Considerazione a dir poco infelice per un rappresentante delle istituzioni che così vorrebbe riportarci a quando un arbitro di calcio lombardo non poteva arbitrare Milan – Fiorentina.
Ma torniamo alla boxe. Gli unici italiani rimasti in corsa sono Diego Lenzi (unico azzurro ad aver vinto un incontro finora sul ring della North Paris Arena) e Angela Carini che esordirà domani 1 agosto. Eppure anche per l’incontro di domani della Carini striscia la polemica. L’avversaria di domani, negli ottavi dei welter, è l’algerina Imane Khelif, un’atleta transgender.
È vero che il mondo cambia, si evolve anche nel genere, e lo sport si deve adeguare, ma è più facile a dirsi che a farsi. Imane ha tutto il diritto a gareggiare come donna, in quanto ha superato i test d’idoneità di genere noti come test di verifica del sesso, ma i dubbi salgono perché la 25enne nordafricana, era stata esclusa dalla finale dei Mondiali di pugilato 2023 proprio per non aver superato i parametri ormonali. Cos’è cambiato allora? I parametri, e anche il Presidente del Coni Giovanni Malagò lo sa e ha ammesso: “Il Cio ci ha assicurato che sono state fatte verifiche ormonali e scientifiche e che pertanto Imane Khelif può gareggiare da donna”.
Noi, domani, tiferemo e avremo attenzione solo per Angela senza nessuna morbosità ma il problema è dibattuto e le ricerche su questa tema, transgeder avvantaggiate o meno nello sport, continueranno anche se, come accade spesso in questioni di diritti civili, sta diventando una questione politica da cavalcare.
Il ministro delle Infrastrutture Salvini ha già twittato: “Pugile trans dell’Algeria – bandito dai mondiali di boxe – può partecipare alle Olimpiadi e affronterà la nostra Angela Carini. Un’atleta messicana che l’aveva affrontata ha dichiarato: ‘I suoi colpi mi hanno fatto molto male, non credo di essermi mai sentita così nei miei 13 anni da pugile, nemmeno combattendo contro sparring partner uomini’. Uno schiaffo all’etica dello sport e alla credibilità delle Olimpiadi”.
E chi, se non lui, sarebbe stato il primo!