Ritratti femminili: a Roma l'esposizione sulle donne del '900

Eleganti e folli, bambine e adulte, l'arte indaga il mondo femminile nel secolo delle grandi guerre

Ritratti femminili: a Roma l'esposizione sulle donne del '900
fonte immagine: art a part of culture
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21 Febbraio 2025 - 16.40 Culture


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A Roma dal oggi 21 febbraio fino al 13 marzo, grazie alla mostra “Ninfa e Musa. Un secolo del femminile nell’arte” sarà possibile osservare da un punto di vista privilegiato le donne che nel corso del ‘900 sono state rappresentate nell’arte dagli uomini. Come scrive Luciano Fioramonti per l’Ansa, la mostra, curata da Daniela Fonti e Francesco Tetro ed esposta alla Galleria Russo di Roma, si pone l’obiettivo di far emergere l’evoluzione della rappresentazione femminile nell’arte in un’epoca segnata da due guerre mondiali che hanno inciso sulla vita e sul costume della società intera.

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28 pittori e 53 opere raccontano i riflessi di un femminile elegante, lineare, abbozzato, in movimento, folle e caratterizzato da caratteristiche tutte da scoprire, lasciando che ogni opera ci parli e ci racconti la storia della protagonista e di chi l’ha dipinta. L’esposizione è ricca di grandi nomi della storia dell’arte: di John Singer Sargent si potranno ammirare le raffinate linee che definiscono la figura femminile ritratta in Princess de Beaumont del 1884 un periodo in cui, racconta la curatrice, “In tutta Europa il ritratto si afferma come una moda di grande successo per la media borghesia che vuole vedere consacrato uno status di benessere e riconoscimento sociale da poco raggiunto. Il dipinto raffigura una donna altera, perfettamente consapevole non solo del suo status sociale ma anche del suo personale potere”

Di Antonio Mancini sarà esposta Figura femminile che rielabora l’intimità e la psicologia femminile. Amedeo Modigliani sarà presente con la sua opera Cariatide dalla quale emerge la volontà di essenzialità nella ricerca classica; accanto a quest’ultima sarà esposta Ritratto di bambina di Umberto Boccioni, precursore del movimento futurista che utilizza il colore per indagare la psicologia del soggetto. La follia irrompe all’interno del percorso museale con La Pazza di Giacomo Balla, di cui è esposta anche La Figlia del sole.

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Tra le opere anche un enigmatico dipinto di De Chirico, Bagnanti sopra una spiaggia, le due danzatrici di Gino Severini (una del 1913 e l’altra del 1958), le linee tipiche dell’Art Nouveau di Duilio Cambelotti e l’indagine del corpo femminile di Matisse. Presente anche un ritratto di Margherita Sarfatti realizzato da Mario Sironi tra il 1916 e 1917.
Agli artisti già citati si aggiungono: André Derain, Achille Funi, Antonio Donghi, Carlo Socrate, Scipione, Carlo Levi, Fausto Pirandello, Felice Casorati, Arturo Martini, Giacomo Manzù, Mirko Basaldella e Alberto Savinio.

Fonti afferma: “Tra le due guerre, nel periodo del cosiddetto Ritorno all’Ordine, l’immagine femminile appare pacificata, assorta, chiusa nei suoi pensieri, spesso ritratta in ambienti isolati ma talvolta a colloquio interiore con il paesaggio”, e ancora:  “riprende vigore negli anni Dieci, Venti e Trenta soprattutto per la pratica della pittura nell’atelier, davanti alla modella vivente, dove traspare il senso di una lettura del mondo lontana dalla realtà e soffusa di un eros appena velato, come nelle Bagnanti di De Chirico. L’eros, invece, esplode e riempie le tele di pittori come Scipione, Carlo Levi e Fausto Pirandello”

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