Ennio Morricone, un gigante visto da vicino, dall’acropoli di Tivoli parole di musica e di pace

Ennio Morricone: un gigante visto da vicino. Dall’acropoli di Tivoli parole di musica e di pace.

Ennio Morricone, un gigante visto da vicino,  dall’acropoli di Tivoli parole di musica e di pace
Ennio Morricone
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1 Agosto 2025 - 11.10 Globalist.it


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di Cinzia Mescolini

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Giovedì 31 luglio, nella suggestiva piazza del Tempio di Vesta a Tivoli, mentre gli edifici sacri dell’acropoli assumevano i toni caldi del crepuscolo, si è tenuta la presentazione del libro “Ennio Morricone”, edito da Sperling & Kupfer nel 2024, il cui sottotitolo – Il genio, l’uomo, il padre – annuncia già una narrazione declinata alla dimensione privata, oltreché pubblica, del celebre compositore scomparso cinque anni fa.

L’evento, patrocinato dal Comune di Tivoli e ospitato da Villa Gregoriana bene Fai, è stato realizzato dal Rotary Club di Guidonia Montecelio il cui presidente, Americo Innocenti, ha infatti introdotto la serata. Gianni Cipriani, giornalista e saggista fondatore della rivista Globalist, ha invece coordinato e condotto l’intervista all’autore, Marco Morricone, che firma il libro insieme al critico musicale Valerio Cappelli. 

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Un gigante raccontato da vicino dunque, attraverso il ricordo del figlio primogenito Marco che ha così condiviso con un pubblico assorto la memoria di un uomo straordinario, dotato di una personalità magnetica e di un eccezionale ingegno creativo.

Nel rispondere alle domande di Gianni Cipriani, Marco Morricone ha raccontato i momenti salienti della vita del padre, dalle persone che hanno contribuito alla sua crescita alle svolte decisive che ne hanno determinato il successo. Tra questi, il maestro Goffredo Petrassi che fu per lui una figura di riferimento eccezionale ma anche la moglie Maria Travia, unico amore della sua vita – compagna di vita e collaboratrice fidata – che lo ha sempre sostenuto con discrezione e complicità. Marco ricorda suo padre custode geloso dello studio in cui era solito comporre, al punto di considerarlo come un luogo sacro della creatività. Poi, commosso, rievoca il momento in cui lo ha reso partecipe per la prima volta del suo lavoro, vista l’eccezionalità dei momenti di condivisione in tale ambito. Ha poi raccontato dell’approdo al cinema di Ennio Morricone, la collaborazione con registi di grande spessore fino al noto sodalizio con Sergio Leone; ma anche della fucina come arrangiatore e con cui ha lasciato un segno distintivo nella musica leggera italiana fino all’incontro straordinario con Joan Beaz nel 1970, poco dopo Woodstock, per la colonna sonora del film “Sacco e Vanzetti” di Giuliano Montaldo, nonché la genesi delle musiche indimenticabili di The Mission di Roland Joffè. 

Molti i racconti appassionanti con cui il gigante della composizione è apparso con i contorni di artista eccezionale ma anche di un uomo pieno di piccole manie, dai numerosi blocchi di carta sparsi in ogni luogo della casa su cui appuntare a qualsiasi ora del giorno e delle notte le sue idee, alla scaramanzia che lo metteva in difficoltà ogni volta che a tavola si rischiava di lambire il temutissimo numero tredici. 

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In ultimo, ma non per importanza, si è affrontato il rapporto tra Ennio Morricone e il tema della pace, ricordando in particolare il concerto “Voci dal silenzio”eseguito di fronte all’assemblea dell’ONU nel 2007. 

Gianni Cipriani ha poi lasciato la parola a Monica Volpini, moglie di Marco Morricone e vicepresidente dell’associazione Onlus “Armonica”,  impegnata nella promozione della ricerca scientifica sul potenziale terapeutico della musica nei casi di gravi malattie come la SLA. 

Quale colonna sonora dell’evento non potevano certo mancare le musiche stesse del compositore, la cui forza evocativa è risultata potenziata dalla bellezza della terrazza dell’acropoli: dall’esecuzione di “C’era una volta il West” al brano inedito composto per la commedia “Ci sono giorni che non accadono mai” di Valerio Cappelli, la cui diffusione è stata interrotta in seguito alla diffusione della pandemia Covid. Sulle note di questo splendido brano, si è pertanto concluso il racconto da vicino di Ennio Morricone, gigante contemporaneo della composizione, lasciando però alle pagine del libro a lui dedicato quanto ancora rimane da scoprire.  

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