Quando l'aiuto dei genitori soffoca l'autonomia dei figli

Nuove ricerche italiane e internazionali quantificano gli effetti negativi di un controllo genitoriale eccessivo sulla resilienza emotiva e la socialità dei ragazzi.

Quando l'aiuto dei genitori soffoca l'autonomia dei figli
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30 Settembre 2025 - 15.06 Culture


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Sempre più spesso si osservano adolescenti restii a socializzare, chiusi nelle proprie camere, a disagio nelle interazioni con i coetanei e con una marcata ansia sociale. Se in parte il fenomeno può essere attribuito alla crescente influenza dei social network, una fetta significativa di responsabilità ricade su una figura genitoriale che, con le migliori intenzioni, finisce per essere troppo invadente. Si tratta dei cosiddetti genitori “elicottero” o, a seconda della sfumatura culturale, “spazzaneve” (che eliminano ogni ostacolo dal percorso dei figli) o “mamme tigre” (orientate a standard di successo elevatissimi).

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Un recente studio condotto dal Georgia Center for Developmental Sciences, pubblicato su Adolescent Research Review, ha quantificato gli effetti di questo stile educativo, trovando una correlazione diretta tra l’iper-protezione genitoriale e l’aumento dei sintomi di ansia sociale nei giovani. La ricerca evidenzia come sia il padre che la madre contribuiscano in misura quasi paritetica all’insorgenza di questi sintomi. Il problema non è l’affetto, ma l’eccessivo controllo, unito a regole autoritarie, standard irrealistici e aspettative schiaccianti.

Come spiega Cullin Howard, direttore dell’indagine, i genitori che iper-controllano finiscono per compromettere lo sviluppo della “resilienza emotiva” dei figli. Limitando costantemente l’autonomia del bambino e poi dell’adolescente, gli adulti sottraggono la possibilità di imparare ad affrontare i fallimenti, a gestire le sfide e, crucialmente, a regolarsi da soli. La conseguenza è una paura di essere giudicati o criticati che porta i ragazzi a isolarsi e a evitare attivamente le situazioni sociali.

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Questo trend non è estraneo al contesto italiano. Una ricerca condotta dall’Università LUMSA su un campione di studenti romani ha messo in luce il fenomeno dell'”interferenza” genitoriale. Si parla di interferenza quando i genitori si sostituiscono attivamente ai figli nelle loro scelte fondamentali, in particolare quelle legate al percorso scolastico e professionale.

I dati emersi sono allarmanti: circa quattro studenti su dieci che mostrano sintomi depressivi dichiarano di subire una tale interferenza. Madri e padri, spesso motivati dal desiderio di garantire un futuro “sicuro” o “prestigioso”, privano i giovani di un sano margine di autodeterminazione. Quando ogni decisione viene “filtrata” dall’adulto, il confine tra aiuto e soffocamento si assottiglia, generando nell’adolescente un profondo senso di inadeguatezza e l’incapacità di credere nelle proprie capacità decisionali.

Gli esperti non suggeriscono un’assenza totale di guida, ma un urgente cambio di rotta che richiede ai genitori di fare un passo indietro, soprattutto con l’arrivo dell’adolescenza. È fondamentale trovare un equilibrio: da un lato, stabilire limiti adeguati all’età è necessario per la sicurezza; dall’altro, è vitale concedere lo spazio per sbagliare e per fare le proprie scelte. L’obiettivo è un “controllo che sostiene l’autonomia”: fornire limiti senza inibire la capacità del giovane di imparare a regolarsi, ad affrontare le sfide e a sviluppare le competenze sociali necessarie per muoversi al di fuori dell’ambiente domestico senza ansia paralizzante.

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Con la pre-adolescenza e l’adolescenza, il ruolo del genitore deve trasformarsi. Mentre l’affetto e l’accoglienza sono cruciali fin dall’infanzia per costruire la fiducia, nell’adolescenza è necessario ridurre le interazioni di controllo per incoraggiare l’indipendenza e la priorità data alle relazioni con i coetanei. I genitori dovrebbero agire come una fonte costante di supporto emotivo e cura, incoraggiando attivamente i figli a esplorare il mondo sociale in modo autonomo.

Rimanere un “rifugio sicuro” — un luogo accogliente dove tornare dopo aver affrontato una difficoltà — riduce i sintomi dell’ansia sociale e rafforza una positiva immagine di sé. In sintesi, per far crescere adolescenti socievoli, indipendenti e resilienti, i genitori devono sostituire l’iper-protezione con la fiducia, permettendo ai ragazzi di costruirsi, passo dopo passo, la loro autonoma capacità di vivere nel mondo.

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