Gianni Rodari: ritrovata una sua filastrocca inedita?

Tra i documenti del suo amico scrittore Sauro Marianelli, deceduto quest'estate

Gianni Rodari: ritrovata una sua filastrocca inedita?
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18 Ottobre 2025 - 15.14 Culture


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Una presunta filastrocca inedita di Gianni Rodari, il famoso poeta e scrittore per l’infanzia, è stata ritrovata in Toscana, a Follonica, nell’archivio del suo amico Sauro Marianelli, maestro elementare e anch’egli noto autore di testi per l’infanzia tra gli anni ’60 e ’80, deceduto quest’anno e che Rodari stimava tanto da promuoverlo presso importanti case editrici.

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La filastrocca, che parrebbe autografa, è stata ritrovata da due studiosi locali, lo scrittore Alberto Prunetti e l’architetta Barbara Catalani, scolara di Marianelli alle elementari, in una cartellina facente parte dell’archivio di Marianelli, depositato dagli eredi, su sollecitazione della Catalani, presso l’Istituto storico per la Resistenza e l’Età Contemporanea di Grosseto. Scritta su un foglio non datato, la filastrocca è composta da quattro strofe in rima, di due versi ciascuna, in cui Rodari cita alcuni luoghi della Maremma a lui cari. Nella cartellina, annotata con un rimando a Gianni Rodari, ci sono inoltre due lettere inedite scritte da Rodari a Marianelli, una a mano, l’altra dattiloscritta.

Spiega Alberto Prunetti: “La comparazione fra la grafia della lettera manoscritta da Rodari e la filastrocca che abbiamo trovato sembrano corrispondere” e lo stesso nota che il testo inedito cita luoghi che compaiono “solo una volta nella produzione rodariana, come nella poesia La famosa pioggia di Piombino, che è nel celebre Favole al telefono, oppure Follonica e Grosseto, presenti in un racconto pubblicato nel Libro degli errori”. In ogni caso, per confermare l’ipotesi che la filastrocca sia di Rodari, saranno contattati familiari ed esperti, anche in merito al carattere inedito della poesia.

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Tra i documenti di Marianelli, figurano anche un autografo di Carlo Cassola del 1960 sul frontespizio di una copia de Il taglio del bosco, ispirato alle foreste della Maremma, e alcune lettere inedite di intellettuali attivi a Grosseto nel Dopoguerra, come Marcello Morante, fratello di Elsa Morante, e Mario Terrosi, i cosiddetti “amici grossetani” di Luciano Bianciardi

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