È lo “streamcasting”, un mix tra televisione e streaming online, il neologismo che indica la continua diffusione del medium televisivo. A definirlo così è l’Annuario 2025 della Televisione Italiana che ha presentato la nuova edizione presso l’Università Cattolica di Milano.
Massimo Scaglioni, docente di Economia e marketing dei media e direttore del Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi, che ha curato l’Annuario, ha sottolineato: “Nell’era dello streamcasting, il terreno di gioco dei diversi player del mercato si fa sempre più convergente e condiviso da quattro soggetti principali: i tradizionali editori di broadcasting, le platforms globali come YouTube, i servizi di streaming come Netflix, Amazon Prime Video, Disney+, Paramount+, che si spostano progressivamente verso modelli economici sempre più ibridi, e i social media”.
RaiPlay, Mediaset Infinity, Discovery+ e nel 2026 Hbo Max di Wbd sono i nuovi mezzi per raggiungere il pubblico. Rimane stabile il consumo televisivo grazie ai device diversi dal medium televisivo: si contano 8.730.000 spettatori medi da settembre 2024 a maggio 2025, con meno 100mila spettatori rispetto all’anno scorso (-1,2%).
La differenza è di 1,6% se consideriamo la tv tradizionale; nel prime time sono 19,6 milioni gli spettatori, con un calo dell’1,4%. Sono le Smart Tv ad aver cambiato il consumo televisivo, superando i 22 milioni in Italia e raggiungendo per la prima volta il 50%, influenzando notevolmente le abitudini delle famiglie italiane.
