I padroni del TMB si lamentano della monnezza in via dell'Inviolata

In una lettera di protesta verso il Comune e altri enti pubblici, Guidonia Ambiente denuncia l'abbandono dei rifiuti nella via d'accesso al loro impianto. Le imprese milionarie e il concetto di "senso civico"

I padroni del TMB si lamentano della monnezza in via dell'Inviolata
L'immondizia accumulata in via dell'Inviolata
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16 Maggio 2025 - 11.12


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di Giuliano Santoboni

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Sembra uno scherzo, un pesce d’aprile banale, puzzolente ed un po’ in ritardo.

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Ed invece, nero su bianco, è tutto vero: la Guidonia Ambiente, proprietaria del TMB che dal 2023 porta e tratta a Guidonia centinaia di migliaia di tonnellate di monnezza indifferenziata romana, scrive a tutti gli enti pubblici per “segnalare l’abbandono incontrollato di rifiuti da parte di ignoti”.

Ora, c’è da dire che obiettivamente, hanno ragione. Via dell’Inviolata e zone limitrofe come il parcheggio Bartolini, da circa tre anni sono state completamente abbandonate a sé stesse, e come segnalato più volte da nostro giornale, l’abbandono dei rifiuti è dilagato in maniera incontrollabile. Il tutto, comunque, dopo che il comune inspiegabilmente ha deciso per la rimozione del palo di legno sul quale era stata istallata una telecamera che aveva il doppio compito di deterrente e strumento di sanzione.

La società del gruppo Cerroni, incontrastato e autoproclamato Re della Monnezza proprietario di centinaia di società specializzate nel trattamento rifiuti, oltre che delle più grandi discariche del Lazio compresa Malagrotta e Inviolata, continua la sua lamentela puntando il dito sia sulla “mancanza di senso civico” degli inquinatori che sul fatto che in termini di “qualità e quantità” il fenomeno ha visto un’intensificazione sempre maggiore.

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Tutto vero, ci mancherebbe. Ma ci preme ricordare alla società segnalatrice dell’abuso, che in ogni caso e sempre in nome del “senso civico” imputato agli sversatori incivili, sarebbero in corso da anni e anni procedure di contenimento del disastroso inquinamento accertato dalle analisi ARPA su suolo e falde acquifere a causa dei loro impianti e a poche centinaia di metri dalle abitazioni dei cittadini. Un promemoria sarebbe poi d’obbligo per ricordare che i teli che coprono le vergogne della discarica sono vecchi, fessurati e in pessimo stato di conservazione, causando la contaminazione delle matrici ambientali.

Altra cosetta, che magari è sfuggita al gruppo Cerroni che fattura decine di milioni di euro ogni mese, che molto probabilmente con poca spesa (per loro) e con lo stesso tempo con il quale è stata scritta la letterina, avrebbero potuto dar mandato a qualcuna delle loro dittarelle per ripulire tutto, senza troppa pubblicità e magari per fare un piccolo favore alla città che suo malgrado li ospita da decenni. E se proprio gli fosse scappato mentre contabilizzavano centinaia di fatture a sei zeri, nessuno si sarebbe certo opposto se avessero deciso di offrire anche un paio di telecamere di videosorveglianza per evitare altri sversamenti.

Vengono in mente parabole bibliche, come la pagliuzza e la trave nell’occhio, o anche quella della cruna dell’ago e del ricco.

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Ma anche detti popolari, che coinvolgono buoi e asini. E corna.

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