"Operazione GoldFish" della Finanza tra Petrosino, Roma, Guidonia Montecelio e Piombino
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"Operazione GoldFish" della Finanza tra Petrosino, Roma, Guidonia Montecelio e Piombino

Truffa di 4,5 milioni all'Unione europea nella produzione di sushi Le indagini coordinate dalle procure dalla Repubblica di Trapani e Tivoli 6 indagati, tre provvedimenti restrittivi e sequestro di fondi pubblici

"Operazione GoldFish" della Finanza tra Petrosino, Roma, Guidonia Montecelio e Piombino
Guardia di Finanza
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7 Dicembre 2023 - 19.49


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La richiesta di disposizioni restrittive in relazione all’«Operazione GoldFish» a carico di mezza dozzina di indagati risale a una richiesta della Procura europea (Eppo – European Public Prosecutor’s Office), dalle sedi di Palermo e Roma in particolare. Richiesta accolta dal Gip del tribunale di Tivoli, che ha disposto l’applicazione di misure cautelari nei confronti di 3 dei sei imprenditori indagati (uno agli arresti domiciliari, gli altri 2 sottoposti all’obbligo di dimora nel Comune di residenza).


Il Gip ha altresì ordinato il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, di somme e beni per un valore equivalente ai contributi a fondo perduto per circa 4,5 milioni di euro, di origine europea, nazionale e regionale, quale profitto delle condotte delittuose ipotizzate nei confronti di soggetti operanti in tutta Italia, ma con sede nella provincia di Roma.


Infatti, gli imprenditori coinvolti risultano titolari di una serie di società, con sedi a Petrosino (Trapani), Roma, Guidonia Montecelio e Piombino, attive sul territorio nazionale nel campo dell’acquacoltura, in particolare nella filiera che parte dall’allevamento dell’avannotto fino alla produzione di sushi per supermercati e ristoranti.
Gli elementi acquisiti con l’«Operazione GoldFish» – si legge nella nota diffusa dalle Fiamme Gialle – hanno consentito di ipotizzare un meccanismo fraudolento consistito nell’affidamento dei lavori, da parte delle società beneficiarie dei contributi, ad una sola ditta, solo apparentemente terza ma, di fatto, con stessa compagine societaria delle committenti, in violazione della normativa comunitaria e nazionale di settore. Ciò ha permesso una fittizia maggiorazione dei costi ai fini della rendicontazione finale attraverso la sovrafatturazione delle spese oggetto dei contributi pubblici, che ha consentito all’organizzazione di massimizzare l’entità dei fondi erogati dalle Regioni.


Le indagini hanno rilevato come i profitti del reato delle truffe confluissero nei conti della società interposta, al cui amministratore di diritto veniva solo fittiziamente attribuita la titolarità.Ciò ha permesso al reale dominus di utilizzare il prodotto del reato per pagare personale dipendente, per acquistare materiale e per onorare le fatture delle diverse società del gruppo.


Le indagini, eseguite dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Trapani, hanno riguardato i contributi a fondo perduto erogati dalle Regioni Sicilia, Lazio e Toscana, a valere sul programma operativo 2014/2020 Feamp (Fondo europeo per gli Affari marittimi e per la pesca), per progetti relativi alla realizzazione/riattamento di siti produttivi.«Operazione GoldFish» della Finanza tra Petrosino, Roma, Guidonia Montecelio e Piombino

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