di Giuliano Santoboni
La Metro B a Setteville? Un sogno per gli eserciti di pendolari che da decenni per raggiungere qualunque destinazione romana per lavoro o studio, devono fare i conti col “fattore Tiburtina”, una insostenibile variabile che può far far variare i tempi di percorrenza imprevedibilmente.
Dopo anni di promesse, complice anche l’inizio informale della personale campagna elettorale per il secondo mandato inaugurata da Roberto Gualtieri, sembra si siano messi soldi in campo oltre che parole.
Ed ecco venir fuori 44 milioni di euro. Per la sola progettazione, chiaramente. Ben 33 serviranno per il consolidamento e l’acquisizione del progetto già esistente fino a Casal Monastero, e 11 milioni per il Piano di Fattibilità Tecnico-Economica (PFTE) per l’estensione fino a Setteville.
Una volta progettato, comunque, saranno necessari 1,2 miliardi di euro per vederlo realizzato completamente, fondi che non possono certo arrivare soltanto dal bilancio capitolino, ma anche dal Ministero delle Infrastrutture e magari da finanziamenti europei. Tutti ancora da reperire, comunque.
Le possibili fermate
Il prolungamento prevede sei nuove stazioni e mira essenzialmente a migliorare la mobilità nel quadrante est della città, collegando aree residenziali e industriali strategiche. Superato l’attuale capolinea di Rebibbia si arriverà prima al popoloso quartiere di San Basilio, per poi arrivare a ridosso di GRA e Nomentana con le fermate di Torraccia e Casal Monastero. Da lì, poi, tutta una tirata fino al Tecnopolo, sulla Tiburtina a Case Rosse, poi Settecamini e infine a Setteville, a vantaggio anche del Centro Agroalimentare Romano.
Tempi di realizzazione e benefici attesi
Non è certo facile fare una previsione, ma una stima di massima del Campidoglio parla di 6 anni. Si è ancora infatti in una fase molto preliminare, ma almeno il passaggio politico in Aula Giulio Cesare è stato smarcato e i fondi sono in bilancio. Bisognerà ora mettere a gara tutta la progettazione, attendere i tempi degli eventuali ed immancabili ricorsi e poi si parte per la descrizione puntuale di dove passare e collocare le fermate.
I benefici di una estensione della linea della metro B nel quadrante Nord Est sono evidenti. Prima di tutti sui tempi per andare in centro o nei quartieri più lontani di Roma, “accorciando” di fatto la città a tutto vantaggio di scolari e lavoratori.
Si ipotizza che dal capolinea di Setteville alla stazione Termini potrebbero bastare 20 -25 minuti, considerando anche una necessaria riqualificazione dell’attuale e vecchio parco treni.
La riduzione del traffico porterebbe poi ad un conseguente decongestionamento anche del Raccordo Anulare nelle uscite dalla Prenestina alla Nomentana, che avrebbe benefici consistenti anche sul versante dell’inquinamento atmosferico, molto marcato nella zona proprio a causa dell’enorme quantità di veicoli privati in movimento specie nelle ore di punta.
La (triste) situazione attuale
Certo, pensare al futuro può far dimenticare le angosce del presente, fatto di tempi di attesa imbarazzanti sulla Tiburtina per raggiungere la metro con i bus di superficie, parcheggi di scambio a volte chiusi e fatiscenti, e anche treni della metro sempre più diradati ed in cattive condizioni.
Se fino a pochi anni fa, infatti, i pendolari potevano permettersi il lusso di non prendere una metropolitana perché troppo piena ed aspettare quella successiva perdendo al massimo 5 minuti, proprio sulla linea B da 4 o 5 anni a questa parte potrebbe voler dire attendere in banchina anche mezz’ora. È infatti esperienza comune che i vagoni scoppino di passeggeri, e sulle tabelle di previsione di arrivi dei treni si leggano tempi di attesa di 12-15 minuti, facendo somigliare la Metro ai treni regionali di superficie.
Un altro esempio emblematico è il grandissimo parcheggio sopraelevato di Ponte Mammolo, chiuso per motivi di sicurezza da tempo immemore nel piano rialzato e quindi del tutto inutile.
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