Buzzi Unicem vuole bruciare combustibile da rifiuto a Guidonia, torna l’incubo carbonext. Comune assente dai tavoli decisionali
Top

Buzzi Unicem vuole bruciare combustibile da rifiuto a Guidonia, torna l’incubo carbonext. Comune assente dai tavoli decisionali

Un'interrogazione di Mario Lomuscio evidenzia la volontà della cementeria di convertire i forni per bruciare Css. Monnezza a Km 0, nulla impedirebbe di incenerire proprio le balle prodotte al Tmb dell'Inviolata. Coi rifiuti romani.

Buzzi Unicem vuole bruciare combustibile da rifiuto a Guidonia, torna l’incubo carbonext. Comune assente dai tavoli decisionali
Lo stabilimento Buzzi Unicem di Guidonia
Preroll

redazione Modifica articolo

11 Maggio 2025 - 09.58


ATF

di Giuliano Santoboni

A sentire il consiglio comunale di martedì 6 Maggio, sembrava di essere tornati 10 anni indietro: il sindaco di Guidonia Montecelio Mauro Lombardo ufficializza la notizia dell’apertura di un tavolo decisionale in Regione (la Conferenza dei Servizi) per valutare la possibilità di bruciare combustibile derivato da rifiuti al cementificio Buzzi Unicem. E, a quanto sembra essere emerso nel corso del dibattito, il comune pare abbia disertato l’importante appuntamento.

A sollevare la questione il consigliere del PD Mario Lomuscio, primo firmatario di una interrogazione per chiedere conto all’amministrazione delle voci sempre più insistenti che vorrebbero Buzzi Unicem intenzionata a riconvertire i propri forni in modo da farli funzionare con il famoso Css (Combustibile Solido Secondario), null’altro che una nuova versione del famigerato Cdr (Combustibile da Rifiuto), cioè immondizia indirreferenziata tritata a dovere ma con l’ingombrante parola “rifiuti” eliminata per legge. Altra variante sul tema, dopo anni di attesa potrebbe far la sua comparsa il famoso “carbonext”, un tipo particolare di Css brevettato proprio da Buzzi Unicem che potrebbe essere prodotto nel TMB dell’Inviolata: praticamente quello che si produce a Guidonia si brucia a Guidonia, una indecente versione del concetto “km zero”.

Alle domande incalzanti di Lomuscio il sindaco si è trincerato dietro quella che è sembrata una difesa d’ufficio, ammettendo l’esistenza della Conferenza dei Servizi, della probabile mancanza del Comune al tavolo regionale in quanto “si sta studiando una posizione comune con la Asl” e derubricando il proprio potere decisionale alle sole questioni urbanistiche e di emissioni sonore. Ben poca cosa.

Lombardo ha poi continuato lo “spiegone” tentando di giustificare la posizione da semplice osservatore ed attendista che ha fatto assumere al comune, affermando che in fondo non c’è nulla di irregolare, Buzzi ha piena legittimità di richiedere la possibilità di passare al Css in quanto prerogativa prevista dal Decreto Clini (Ministro dell’Ambiente del Governo Monti), riscuotendo addirittura degli incentivi, e di aspettare il parere di Arpa Lazio per emettere una posizione congiunta con la Asl.

Ma come? Dov’è l’atteggiamento combattivo e risoluto dell’epoca “sei più bella di così”? Oltre ai cittadini e alla minoranza, se lo sono chiesto molti consiglieri della sua maggioranza, un po’ logorati dagli atteggiamenti verticistici del sindaco solo per quanto riguarda le questioni interne ma che poi si traduce in una mancanza di polso quando c’è da farsi sentire sui tavoli che contano. Un atteggiamento decisamente pericoloso che nella storia recente ha portato a disastri importanti per la città, basti pensare alla blanda opposizione all’apertura del Tmb dell’Inviolata che a conti fatti si è tradotta nel pieno funzionamento a regime dell’impianto sotto il suo mandato, o anche dell’incredibile e tremendo silenzio assenso che sta portando alla costruzione di un impianto di produzione di biometano nelle campagne di Montecelio. Anche questa una chicca innegabile che rimarrà nella storia del suo mandato.

A non rimanere sorpreso invece è stato di nuovo Mario Lomuscio, che sia nelle regolamentari controdeduzioni dopo il discorso del Sindaco, che in un altro momento extra concesso dal Vicepresidente dell’Aula Michele Venturiello (sempre gustosi i siparietti e le scaramucce tra i tre avvocati), ha sottolineato l’assurda situazione della possibile assenza del Comune dalla conferenza dei servizi regionale, e che una questione così rilevante e potenzialmente pericolosa per la città non si può e non si deve affrontare solo sul piano delle proprie e strette competenze comunali. Come a dire, non ci importa che Buzzi abbia le carte in regola per realizzare questa transizione al Css, vogliamo sapere quali sono le conseguenze per la città, per la qualità dell’aria, per i rischi sulla salute. E se dovesse servire uno studio superpartes da parte di una università o di un professionista abilitato, sarebbero soldi benedetti.

Quali saranno adesso le nuove mosse di Lombardo? Se come dice lui, il comune si deve limitare a pareri su legittimità urbanistica ed emissione sonora, che per un cambio di combustibile non sono di certo impattanti, non ci saranno quindi opposizioni o richieste di chiarimenti su una operazione che rappresenta un cambio epocale?

Con questo atteggiamento remissivo, non servirà a nulla attendere il parere di Arpa, come dice il sindaco. Se infatti l’agenzia regionale si esprimerà negativamente, quello basterà a non concedere l’autorizzazione. Se invece il giudizio sarà positivo, Guidonia Montecelio si assocerà alla Asl per tirar fuori qualche perplessità minoritaria che non contrasterà in alcun modo i lavori di adeguamento dei forni.
Senza battere i pugni sul tavolo, il parere della Città che ospita l’impianto sarà quindi inutile e superfluo.

Native

Articoli correlati