di Giuliano Santoboni
Quasi 70 euro al mese per fare tutti i giorni lavorativi quei pochi chilometri di autostrada realizzata anche con soldi pubblici. E spesso con tanto traffico.
A informare sull’ultima evoluzione deIla decennale ed incresciosa situazione dei caselli a pagamento romani, è un articolo del Fatto Quotidiano Online. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, oggi guidato da Matteo Salvini, chiamato in causa da una interrogazione di Andrea Casu (PD) continua ad ignorare le legittime proteste degli abitanti dei popolosi quartieri romani di Settecamini, Case Rosse, Ponte di Nona e Lunghezza che ogni giorno pagano un dazio per poter semplicemente rientrare a casa o andare al lavoro. Ma nonostante anni di mobilitazione, interrogazioni, mozioni e proteste, il dicastero non cambia idea e incassa le quote.
Altro che attenzione alle periferie, lo stato centrale ribadisce che questi cittadini devono continuare a pagare per lavorare, studiare, accompagnare i figli, vivere. Il governo si nasconde dietro a una burocrazia fredda e distante, ma la verità è semplice: mancanza di volontà politica.
La questione del pedaggio sulla A24 non è nuova, già nel 2015 i comitati locali erano in piazza per denunciare l’assurda situazione. Invano, purtroppo, in quanto dal 2024 i costi sono aumentati portando il balzello a 1 euro per uscire o entrare a Settecamini, 1,30 a Ponte di Nona e addirittura 1,7 a Lunghezza per auto e moto, molto di più per furgoni e camion. Un salasso quotidiano insostenibile.
E pensare che Roma si può attraversare tutta senza pagare nulla, su ogni tipo di strada. Ma non in questo quadrante. Paradossalmente fare 60 chilometri di autostrada tra GRA e E80 per andare da Settecamini a Fiumicino (per giunta fuori dal comune di Roma…) non comporta nessun pagamento, mentre se abiti a Lunghezza e lavori a Colli Aniene o vuoi parcheggiare alla metro cacci 1,7 euro. A ritorno lo stesso, e alla fine del mese su 5 giorni lavorativi settimanali sono quasi 70 €, decisamente troppo..
E pensare che nel 2014 si era detto che con le complanari finanziate con soldi pubblici da Regione Lazio e Comune di Roma il pedaggio sarebbe di certo sparito. Vana promessa, alla fine le opere sono state fatte, ma il pagamento è rimasto. Anzi, è aumentato.
Il Ministero, intanto, continua a fare cassa, in quanto solo nel 2024, il tratto urbano della A24 ha fruttato 17 milioni di euro, pagati soprattutto dai residenti quadrante.
Le promesse politiche si sono susseguite come in una farsa. Meloni e Salvini, nel 2016, promettevano la fine del pedaggio. Gualtieri in campagna elettorale ha parlato di abolizione.
E poi? Nulla.