Tivoli e Guidonia in piazza contro lo sterminio di Gaza
Tivoli e Guidonia Montecelio si mobilitano questa settimana per denunciare la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza, dove, secondo il Ministero della Sanità di Gaza, oltre 50.000 persone, in gran parte donne e bambini, sono state uccise dall’inizio del conflitto. Due iniziative distinte, previste per mercoledì 28 maggio 2025 a Tivoli e venerdì 30 maggio 2025 a Guidonia, chiamano a raccolta cittadini e associazioni per esprimere solidarietà al popolo palestinese e chiedere un cessate il fuoco immediato. Le manifestazioni si inseriscono nella campagna nazionale “L’Ultimo Giorno di Gaza”, che invita a rompere il silenzio sulla tragedia in corso.
Tivoli: un presidio silenzioso in Piazza Garibaldi
A Tivoli, l’appuntamento è per mercoledì 28 maggio 2025 alle ore 17:00 in Piazza Garibaldi. L’iniziativa, promossa da un collettivo di cittadini della comunità tiburtina, invita i partecipanti a riunirsi senza simboli politici o partitici, portando un lenzuolo bianco, una bandiera della pace o una bandiera della Palestina. L’obiettivo è manifestare “dolore e sdegno” per quello che gli organizzatori definiscono uno “sterminio e genocidio in atto a Gaza”. Il presidio si propone come un’azione pacifica e simbolica, aperta a tutti, per esprimere solidarietà alle vittime civili e denunciare la violenza.
Guidonia: un flash mob nella Pineta centrale
A Guidonia Montecelio, l’iniziativa è prevista per venerdì 30 maggio 2025 alle ore 18:00 nella Pineta centrale. Organizzata dall’associazione “Libere di…”, il flash mob silenzioso invita la cittadinanza a partecipare a un minuto di silenzio per commemorare le vittime civili della Striscia di Gaza, con particolare attenzione alle donne e ai bambini, le categorie più colpite dal conflitto. Secondo il comunicato dell’associazione, riportato da Globalist, l’evento è un atto di denuncia contro il “massacro in corso” e un appello a non restare indifferenti. “Da sempre, le donne e i bambini sono le prime vittime delle guerre. Noi, in quanto donne, vogliamo essere libere di dire basta,” si legge nella nota delle organizzatrici. L’iniziativa si rivolge non solo ai cittadini, ma anche a partiti, sindacati, istituzioni e associazioni del territorio, invitando tutti a unirsi per opporsi alla strage. Il flash mob si inserisce in una rete globale di mobilitazioni, da Roma a Berlino, da Parigi a New York, che chiedono pace e giustizia per Gaza.
Lo sterminio di Gaza e la campagna “L’Ultimo Giorno di Gaza”
Le manifestazioni di Tivoli e Guidonia si collocano nel quadro della campagna “L’Ultimo Giorno di Gaza”, lanciata il 9 maggio 2025 in concomitanza con la Giornata dell’Europa. Promossa da intellettuali e attivisti italiani, la campagna chiede un cessate il fuoco permanente, un embargo militare su Israele, sanzioni per le violazioni del diritto internazionale e il diritto al ritorno dei palestinesi.
Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (OHCHR), il conflitto a Gaza ha causato una catastrofe umanitaria, con oltre 50.000 morti, di cui circa 28.000 donne e ragazze, e una popolazione ridotta alla fame, senza accesso adeguato a cibo, acqua o cure mediche. Le recenti offensive israeliane, riprese dopo la rottura della tregua del 18 marzo 2025, hanno aggravato la crisi, con attacchi a scuole e ospedali, come quello del 26 maggio 2025 che ha ucciso 36 persone in una scuola di Gaza City.
La Corte Penale Internazionale (CPI) ha emesso mandati di arresto contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant per presunti crimini di guerra, accusandoli di aver privato la popolazione civile di Gaza di cibo, acqua e medicinali. Nel frattempo, proteste spontanee di palestinesi contro Hamas, definiti “i verdi”, si sono intensificate a Gaza, con cortei che chiedono la fine della guerra e il ritiro del gruppo dalla gestione del territorio.
Sul piano internazionale, paesi come il Regno Unito, Francia e Canada hanno minacciato sanzioni contro Israele per il blocco degli aiuti umanitari, mentre il governo italiano è stato criticato per il suo silenzio sulla crisi.