di Giuliano Santoboni
In una vera e propria “memoria difensiva” su quanto scritto da questo giornale lo scorso 10 Dicembre e pubblicata dal suo profilo Facebook personale ma spammato anche in 100 gruppi, l’avvocato Lombardo cerca (invano) di smarcarsi dalla disastrosa perdita di 73 ettari di territorio comunale a Colle Largo. Con un lunghissimo post che solo i più motivati avranno avuto la pazienza di scorrere fino alla fine, il sindaco mette in fila una disamina che di fatto ribadisce quanto già sostenuto nel consiglio comunale del 3 dicembre: io non c’ero, è tutta colpa del sindaco di prima.
Non è così. I documenti già pubblicati dimostrano che l’amministrazione aveva risposto alle richieste almeno 6 mesi prima del termine per presentare le prove in tribunale.
Quando si va dall’avvocato.
Ribadiamo, il risultato finale del disastro Colle Largo, parte da lontano ed è difficile identificare responsabilità univoche che evidentemente sono ben distribuite tra uffici comunali e segrete stanze della politica, ma scrollarsi di dosso il problema e accollarlo con accuse personali e infamanti ad altri, è offensivo e sbagliato.
Chiaramente, tutti i sindaci si trovano a gestire nel bene e nel male i lasciti delle giunte precedenti, ma è anche importante che, come nel gioco del Monopoli, abbiano la statura adeguata per pescare con mano ferma e piglio deciso sia le carte degli imprevisti che quelle delle probabilità. E gestirne le conseguenze.
Ma a quanto sembra , a Lombardo invece piacciono solo le eredità positive ed innominate del passato, soprattutto quando lo portano a spendere soldi e tagliare nastri. Qualche esempio veloce veloce? I 10 milioni con i quali si sta realizzando la pista ciclopedonale La Botte-Villanova e parte del recupero di Colle Rosa, oppure tutte le opere Ryder Cup, o i milioni e milioni per i beni storici dell’Aeroporto e della DSSE ed anche l’inaugurazione della Caserma della Guardia di Finanza. Ci ha tenuto forse Lombardo a specificare che tutte queste (e molte altre) opere sono state possibili solo grazie all’impegno de quelli de prima, come dice lui? Sembra proprio di no. Ma ad addossare presunte colpe invece, è il primo della fila.
I nuovi documenti
Già la scorsa settimana ci eravamo occupati di dimostrare come è semplice ed in alcuni casi banale recuperare “prove libere”, per dirla come il Sindaco in consiglio comunale, testimonianze, foto, video e documenti che avrebbero potuto, se adeguatamente richiesti, raccolti e gestiti, costituire prove sufficienti a far decadere quanto sostenuto nella causa di usucapione, cioè il possesso indisturbato e ventennale del grande terreno di Colle Largo.
Pubblichiamo qui, omettendo i dati sensibili, copie di autorizzazioni comunali e provinciali ottenute dalle associazioni che proponevano fantastici appuntamenti musicali nel bel mezzo del pascolo bovino recentemente scippato dal patrimonio comunale.

Si tratta di concessioni che si riferiscono a diversi anni e periodi, alcune solo per qualche giorno e altre più lunghe che hanno permesso anche l’installazione persino di una tensostruttura, uno studio musicale per prove e audizioni che in maniera continuativa era stato piazzato indisturbato (quello si) perlomeno dal 2003 al 2004, in pieno periodo oggetto di rivendicazione dal vaccaro.

“Abbiamo tutte le copie in originale – dicono gli organizzatori dell’Associazione Kawa Sound System che prende il nome in assonanza proprio con la Cava e che si fa portavoce anche di una decina di altre realtà del territorio organizzando da decenni ogni genere di appuntamento musicale a Guidonia e che conoscono ed apprezzano tutti – e siamo disponibilissimi a fornirle come prove per il processo di appello”. Speriamo che vengano chiamati dal Comune.

E si, perché in appello qualcosa si può fare. In consiglio il sindaco ha subito messo le mani avanti dicendo che non si possono portare nuove prove, e questo è vero in linea generale in quanto vige il cosiddetto divieto di ius novorum (art. 345 c.p.c.). Tuttavia, c’è un’ampia giurisprudenza che interpreta l’articolo in maniera più ampia, aprendo un concreto spiraglio al fatto che le prove possono essere dichiarate ammissibili se il giudice le ritiene indispensabili per decidere. E speriamo che lo stuolo di avvocatoni che affollano Piazza Matteotti riescano a spiegare per bene ai magistrati che evitare di perdere Colle Largo, è veramente indispensabile per la città.


Due autorizzazioni di lungo periodo per l’utilizzo di Colle Largo dal dicembre 2003 al giugno 2004
Le reazioni politiche e il paradosso della richiesta degli affitti del consorzio.
Parlando delle reazioni politiche al post del sindaco, le prolisse creazioni di Lombardo sembrano echeggiare nel vuoto pneumatico della sua maggioranza. Praticamente pare che nessuno si stia particolarmente adoperando per spalleggiare il sindaco, solo qualche timido mi piace alla filippica di autodifesa del sindaco sui social, ma niente in confronto alla condivisione selvaggia che caratterizza in genere consiglieri ed assessori ad ogni nuovo post che grida al miracolo per ogni fontanella riparata, manco fossero loro a montare il rubinetto.
Sul versante opposto, Forza Italia col segretario cittadino Valerio Massini e a nome anche del gruppo di opposizione che recentemente ha accolto due transfughe dalle fila della maggioranza, e Partito Democratico con il Consigliere e presidente locale Mario Lomuscio hanno ufficialmente chiesto le dimissioni del primo cittadino per come è stata gestito l’affaire Colle Largo.
Nessuna risposta da parte di Lombardo.
E mentre nel teatrino della politica ci si azzuffa legati per le zampe come i capponi di Lorenzo, si dice che il fortunato nuovo proprietario di Colle Largo abbia cominciato subito a cercare di monetizzare il suo nuovo possedimento. Sembra infatti che con una lettera formale da parte del suo avvocato, stia battendo cassa alla Società Cooperativa Agricola sulla via Romana (SCAGM, quella dove c’è il frantoio) per richiedere il versamento di non meglio identificati canoni d’affitto qualificandosi come “subentrato dal precedente locatore Città di Guidonia Montecelio” e fornendo prontamente il numero della propria Postepay per i versamenti e un termine perentorio di 30 giorni per fare il bonifico. Di quanto e perché, lo sanno solo loro.