di Marco Brocchieri
In concomitanza con l’ottantunesimo anniversario dell’attacco partigiano di Via Rasella e della rappresaglia culminata nell’eccidio delle Fosse Ardeatine, l’Associazione di Promozione Sociale “Cammino della Liberazione della Valle dell’Aniene” organizza la presentazione del libro La fiera delle falsità. Via Rasella, le Fosse Ardeatine, la distorsione della memoria di Lutz Klinkhammer e Alessandro Portelli.
L’evento, patrocinato dall’Amministrazione Comunale di Tivoli, si terrà il 14 marzo 2025 alle ore 17:30 presso la sala conferenze della Biblioteca Comunale di Tivoli, in via Tempio D’Ercole e vedrà la partecipazione di Alessandro Portelli. Storico, saggista e critico musicale, l’autore è uno dei massimi esperti italiani di storia orale. Professore emerito di Letteratura anglo-americana all’Università di Roma “La Sapienza”, è autore di numerosi saggi sulla memoria collettiva, la Resistenza e la cultura popolare. Il suo lavoro pionieristico ha contribuito a ridefinire il ruolo della testimonianza orale nella ricerca storica.
Via Rasella e le Fosse Ardeatine
Il libro, frutto del lavoro congiunto di due autorevoli studiosi, analizza le narrazioni distorte che, nel corso degli anni, hanno avvolto due episodi centrali della Resistenza romana e della memoria italiana. Le false notizie sull’eccidio delle Fosse Ardeatine iniziarono a circolare fin da subito, a partire dalla convinzione -smentita dalla ricerca storica- che i tedeschi avessero affisso manifesti nelle strade di Roma, invitando i partigiani responsabili dell’attacco di via Rasella a consegnarsi in cambio della salvezza degli ostaggi, altrimenti destinati alla fucilazione. In realtà, le autorità naziste diffusero la notizia dell’attentato solo a rappresaglia compiuta, tramite un comunicato stampa che si concludeva con la frase:
“Il Comando tedesco […] ha ordinato che per ogni tedesco ammazzato dieci criminali comunisti-badogliani saranno fucilati. Quest’ordine è già stato eseguito.”
Il fenomeno della distorsione della memoria in tempo di guerra non è nuovo. Già alla fine della Prima guerra mondiale, lo storico francese Marc Bloch aveva iniziato a riflettere su come i conflitti armati, per ragioni psicologiche e sociali, favorissero la diffusione di false notizie e su quanto la memoria umana fosse fragile e selettiva. La vicenda delle Fosse Ardeatine non ha fatto eccezione: per decenni, molte persone hanno giurato di aver visto con i propri occhi i manifesti tedeschi, nonostante la loro inesistenza.
Alessandro Portelli, nel suo saggio L’ordine è già stato eseguito (1999), fu tra i primi a far luce sulle false notizie che hanno influenzato la memoria collettiva delle Fosse Ardeatine e di via Rasella. La narrazione di questi eventi è stata oggetto di manipolazioni nel dibattito pubblico e storiografico, soprattutto da parte di storici e pubblicisti neofascisti. Questi ultimi hanno spesso interpretato l’attacco di via Rasella in chiave polemica e revisionista, cercando di attribuire ai partigiani -e in particolare al Partito Comunista Italiano- la responsabilità morale e politica dell’eccidio, insinuando l’esistenza di complotti volti a sovvertire l’ordine costituito.
La lezione di Portelli e Klinkhammer è più attuale che mai: le false notizie non sono un fenomeno esclusivo della guerra, ma della società in generale. Nell’era dei social media, i meccanismi di distorsione della realtà si diffondono con ancora maggiore rapidità. Basti pensare a quanto accaduto pochi anni fa, quando una figura istituzionale di primo piano diffuse la tesi, del tutto infondata, secondo cui il reggimento attaccato dai partigiani in via Rasella fosse composto da anziani e inoffensivi musicisti. Anche in questo caso, l’analisi delle fonti ha smentito questa versione: due battaglioni del Reggimento “Bozen” furono impiegati in operazioni antipartigiane in Istria e nel Bellunese, dove parteciparono alla strage della valle del Biois (agosto 1944). Lo stesso destino attese il terzo battaglione, colpito a via Rasella, che dopo il ritiro da Roma fu trasferito al Nord con gli stessi compiti.
Il Cammino della Liberazione della Valle dell’Aniene
L’Associazione di Promozione Sociale “Cammino della Liberazione della Valle dell’Aniene” (CLVA) si dedica alla promozione e divulgazione della memoria storica legata alla Resistenza nella Valle dell’Aniene attraverso una serie di iniziative culturali ed educative.
Il CLVA organizza escursioni lungo i percorsi che collegano i luoghi simbolo dell’occupazione nazifascista e della lotta partigiana nel territorio. Questi itinerari permettono ai partecipanti di immergersi nella storia locale, visitando siti dove si sono svolti eventi significativi della Resistenza. Ad esempio, il 19 ottobre 2024 è stata organizzata un’escursione a Tivoli, durante la quale esperti e ricercatori locali hanno guidato i partecipanti attraverso i luoghi simbolo della città legati alla Resistenza, offrendo approfondimenti sulla memoria storica locale.
L’associazione, presieduta da Ennio Mastroddi, organizza regolarmente presentazioni di libri e incontri con autori per approfondire temi legati alla memoria e alla storia locale. Ad esempio, il 22 febbraio 2025 è prevista la presentazione dei libri Appennino e Un tempo, un tempo c’era un paese di Augusto Ciuffetti. In precedenza, il 18 gennaio, è stato presentato Una Resistenza popolare di Marco Trasciani presso la Sala degli Archi del Castello Orsini di Castel Madama.
Il CLVA offre, infine, percorsi educativi rivolti agli studenti, articolati in due fasi: una lezione in classe per fornire un inquadramento storico e geografico, seguita da un’uscita sul territorio. Durante queste attività, esperti e guide accompagnano gli studenti alla scoperta dei luoghi significativi della Resistenza nella Valle dell’Aniene. Inoltre, agli insegnanti partecipanti viene fornita una copia di testi rilevanti sulla Resistenza locale come La Resistenza nell’Alta Val d’Aniene di Giuseppe Panimolle o La neve è caduta di Marco Brocchieri. Attraverso queste attività, il CLVA si impegna a mantenere viva la memoria storica della Resistenza nel territorio, promuovendo la conoscenza del territorio