Venerdì 30 maggio 2025, alle ore 18, la città di Guidonia si raccoglierà in silenzio. L’Associazione “Libere di…” ha lanciato un appello a tutta la cittadinanza per partecipare a un flash mob nella Pineta centrale, dedicato alle vittime civili della Striscia di Gaza. Un minuto di silenzio collettivo per dire basta allo sterminio in corso, in particolare di donne e bambini, ormai divenuti simbolo di una guerra che ha travolto ogni limite morale e giuridico.
L’iniziativa si rivolge non solo ai singoli cittadini, ma anche a partiti, sindacati, associazioni e istituzioni. «Da sempre – si legge nel comunicato dell’associazione promotrice – donne e bambini sono le prime vittime della guerra. Noi, in quanto donne, vogliamo essere libere di… dire Basta!». Il linguaggio è semplice e diretto, ma il messaggio è potente: è in atto un massacro, e l’opinione pubblica non può più restare in silenzio.
Secondo fonti Onu e organizzazioni per i diritti umani, oltre 35.000 palestinesi sono stati uccisi, tra cui più di 14.000 bambini e 9.000 donne. Interi quartieri sono stati rasi al suolo, ospedali bombardati, scuole distrutte, campi profughi trasformati in cimiteri a cielo aperto. L’accesso a cibo, acqua e medicinali è ridotto al minimo, mentre centinaia di migliaia di persone vivono sfollate, senza più una casa.
Numerosi esperti di diritto internazionale, tra cui relatori delle Nazioni Unite e giuristi indipendenti, hanno parlato apertamente di “crimini di guerra” e “violazioni sistematiche del diritto umanitario”. Colpire infrastrutture civili, impedire i soccorsi, affamare deliberatamente una popolazione: tutto questo, secondo il diritto internazionale, configura responsabilità penali. La Corte Penale Internazionale ha recentemente annunciato l’avvio di un’indagine formale.
Proprio per denunciare questa situazione, in tutto il mondo stanno crescendo le mobilitazioni civili: manifestazioni, sit-in, scioperi accademici, azioni di disobbedienza civile. A Roma, Milano, Parigi, New York, Londra, Berlino, migliaia di cittadini sono scesi in piazza per chiedere un cessate il fuoco immediato e la protezione dei civili. Anche numerosi intellettuali, premi Nobel, artisti e attivisti hanno preso posizione, accusando l’Occidente di “complicità morale” per non aver fermato l’ecatombe.
In questo contesto, l’appuntamento di Guidonia assume un valore simbolico importante. È il segno che la coscienza civile è viva anche nei territori fuori dai grandi circuiti mediatici. È il segno che, di fronte a un orrore tanto vasto, nessuno può dirsi neutrale.
Il flash mob del 30 maggio non sarà solo un gesto di cordoglio, ma un atto politico e umano. Un minuto di silenzio per le vittime, ma anche per svegliare le coscienze. Perché il silenzio del mondo, troppo spesso, diventa complice.