Sono musicisti, attori, scrittori, premi Nobel, premi Oscar e persone appartenenti al mondo delle industrie culturali i 6500 firmatari dell’appello contro il training non autorizzato dell’intelligenza artificiale.
Il tema è sempre più centrale e lo dimostrano le numerose cause sul training non autorizzato che avvengono soprattutto in America ma non solo. Il Regno Unito, a cui si deve la prima legge sul copyright nel 1710, sembra ora intenzionato a modificare la sua attuale legge sul diritto d’autore per consentire alle intelligenze artificiali di addestrarsi sulle opere protette da copyright senza dover richiedere un’autorizzazione.
“Molte aziende di intelligenza artificiale generativa – è scritto nel comunicato – si allenano sul lavoro dei creatori senza una licenza per farlo: questo è un grosso problema per molti artisti, musicisti, attori, autori e altri creatori il cui lavoro è sfruttato da società di intelligenza artificiale. Questo è un momento critico per i creatori di tutto il mondo: negli Stati Uniti ci sono più cause continue che sono state introdotte a causa di un training senza licenza; nel Regno Unito il governo ha affermato che vorrebbe cambiare la legge sul copyright e consentire alle società di intelligenza artificiale di formarsi sul lavoro protetto da copyright senza dover richiedere un’autorizzazione. Pensiamo che sia importante ascoltare direttamente dai creatori il cui lavoro viene sfruttato”.
I creativi alzano la voce e lanciano l’appello a tutela delle opere creative, i governi sapranno coglierlo?