Da Foiano della Chiana a Venezia: i tanti volti del carnevale
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Da Foiano della Chiana a Venezia: i tanti volti del carnevale

Di questa tradizione millenaria ne parliamo con Fabio Mugnaini, antropologo. Le origini e il suo significato simbolico. Foiano, un esempio storico di Carnevale urbano. I Carnevali italiani di Viareggio e Venezia.

Da Foiano della Chiana a Venezia: i tanti volti del carnevale
“La Scoriandolata” del Carnevale di Foiano
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9 Febbraio 2025 - 12.28 Culture


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di Ilenia Valentini

Il Carnevale è uno dei momenti più affascinanti dell’anno, un periodo in cui le regole si ribaltano e il confine tra realtà e fantasia diventa instabile. Fabio Mugnaini, antropologo e docente dell’Università di Siena, ci guida attraverso la storia e l’evoluzione del Carnevale, analizzando anche le manifestazioni urbane più celebri.

Il Carnevale, come ci spiega Mugnaini, è un periodo laico che nasce all’interno di un calendario religioso, la sua durata dipende dalla relazione del ciclo solare, che governa la celebrazione della Natività di Gesù Cristo, e il ciclo lunare, utilizzato invece per determinare la data della Pasqua. “È una festa che affonda le sue radici nel calendario cristiano, ma che ha assorbito antiche tradizioni pagane. La sua durata non fissa lo rende ancora più affascinante e imprevedibile”. Questo gioco di date ha dato vita a un periodo festivo mobile, che diventa per le popolazioni rurali una pausa dal lavoro agricolo. “Il Carnevale nelle zone rurali ha una forte connessione con il risveglio della natura e la fine dell’inverno, un rito di passaggio che portava le persone a vivere una dimensione di eccesso”, sottolinea Mugnaini. Mentre nel contesto urbano si sviluppa la tradizione del ribaltamento sociale. “I cittadini delle classi superiori partecipavano con entusiasmo al travestimento, mescolandosi tra i poveri e creando una parodia della società”.

Un significativo esempio di tradizione carnevalesca urbana è il Carnevale di Foiano, considerato uno dei più antichi d’Italia, che si distingue per la sua continuità storica. Qui, come in molte altre realtà locali, il Carnevale era originariamente una festa popolare, le sfilate erano composte da carri trainati da buoi e popolati da giovani di buona famiglia che partecipavano a battaglie simboliche con grano e legumi. Con il tempo, queste tradizioni si sono adattate alla modernità, con sfilate di carri allegorici, che ora sono al centro della manifestazione e il lancio dei coriandoli, al posto di oggetti decisamente più contundenti. Fabio Mugnaini sottolinea che “il Carnevale di Foiano, con le sue origini popolari e la sua continua evoluzione, diventa un emblema di come la tradizione possa convivere con la modernità, pur mantenendo un forte legame con il passato. L’elemento della sfilata si impone come spettacolo, anche se il conflitto rimane un tema centrale, conservando la sua dimensione di competizione e l’importanza di una tradizione secolare che coinvolge l’intera comunità.”

I quattro cantieri durante la sfilata del 2024

Mugnaini analizza anche le specificità dei carnevali più conosciuti d’Italia, come quelli di Viareggio e Venezia. Il Carnevale di Viareggio è conosciuto a livello mondiale per i suoi imponenti carri legati alla satira sociale. La parata è un momento di grande visibilità mediatica e di attrazione per i turisti, che vivono l’esperienza di una tradizione che mescola l’arte della cartapesta, la critica sociale e l’umorismo irriverente. Mentre il Carnevale di Venezia è legato a una tradizione più aristocratica e teatrale. Le maschere sono le protagoniste, simbolo distintivo di una società che amava celare la propria identità per concedersi quella libertà che il Carnevale offriva. “La fortuna del Carnevale di Venezia deriva dalla sua connessione con l’epoca d’oro della Serenissima”, sottolinea Mugnaini. “Venezia è stata una culla di arte e cultura, e questo si riflette nel Carnevale, che ha sempre avuto una dimensione elegante, capace di attrarre l’attenzione internazionale.”

Una delle dimensioni che accomuna i carnevali storici è la presenza del conflitto simbolico, la lotta tra l’eccesso della libertà e la disciplina della Quaresima. “Questo periodo è una sorta di valvola di sfogo per le tensioni sociali e personali,” spiega Mugnaini. “Le sue parate, i travestimenti, i coriandoli, tutto si inserisce in un contesto di liberazione temporanea dalle costrizioni quotidiane. Il suo fine è proprio quello di creare una pausa nel ciclo dell’anno, per poi ritornare, con l’inizio della Quaresima, a una condizione di normalità. E’ il conflitto tra abbondanza e astinenza, tra libertà e controllo.”

Questa “valvola” è ancora più evidente in tradizioni come il Carnevale di Ivrea, dove il conflitto diventa letterale e si combatte una battaglia a colpi di arance tra le diverse fazioni. Questi riti di “resistenza” esprimono la potenza del Carnevale come una forza che sfida le gerarchie e le rigide convenzioni sociali. “Il conflitto è presente in vari carnevali, non solo come gioco, ma come un atto di liberazione temporanea”, afferma Mugnaini.

Carnevale di Ivrea

Il Carnevale è anche un terreno fertile per la satira sociale e politica. Prima della fine dei festeggiamenti vengono spesso redatti dei “Testamenti”, che prendono in giro il potere, un modo per ironizzare su eventi dell’anno trascorso e sulle figure di spicco. In molte tradizioni, inoltre, la figura del “Fantoccio di Carnevale” è il simbolo di questo conflitto, come il “Re Giocondo” a Foiano: un personaggio che simboleggia la temporanea inversione dell’ordine quotidiano e che viene “giustiziato” al termine della festa, segnando la fine dell’eccesso e il ritorno alla sobrietà.

Re Giocondo “giustiziato” alla fine del Carnevale di Foiano

Nel corso della storia, il Carnevale ha attraversato diverse fasi di trasformazione, influenzato anche dagli eventi storici e politici, come nel periodo fascista, quando venne sottoposto a un controllo diretto. Tuttavia, come nota Mugnaini, “il Carnevale si è adattato alle esigenze culturali e sociali del tempo. Attraverso le sue mille sfaccettature, è il teatro della nostra società che, nella finzione e nell’ironia, rivela le sue contraddizioni, una pausa che consente di reinterpretare le regole.” Ogni città, con la sua tradizione, arricchisce questo mosaico culturale, mantenendo vive le radici di una festa che continua a parlare, in modo sempre nuovo, alle persone di oggi.

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