Londra, il Tate Britain restituirà il dipinto rubato dai nazisti
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Londra, il Tate Britain restituirà il dipinto rubato dai nazisti

Si tratta dell'opera del pittore inglese Henry Gibbs. Ecco la scelta del governo britannico

Londra, il Tate Britain restituirà il dipinto rubato dai nazisti
https://www.tate.org.uk/visit/tate-britain
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31 Marzo 2025 - 15.59 Culture


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L’opera “Enea e la sua famiglia in fuga da Troia in fiamme”, realizzata dal pittore inglese Henry Gibbs (1654), è stata rubata dai nazisti e ora la Tate Britain di Londra lo restituirà ai suoi eredi. A spiegarlo è l’ente britannico “Spoliation Advisory Panel” che esamina i casi di opere d’arte saccheggiate. Inoltre, si occupa anche delle richieste di risarcimento da parte di persone, o dei loro eredi, che hanno perso il possesso dei beni culturali durante il periodo nazista. 

Nel 1940 Samuel Hartveld lasciò l’opera in Belgio, ad Anversa, mentre fuggiva dal paese con sua moglie. Poi, sopravvissuto alla guerra, non ha mai trovato la sua collezione di opere d’arte e molti credevano si trovasse nelle gallerie europee. L’opera raffigura scene tratte dal poema epico latino di Virgilio, l’Eneide, e si ritiene che sia un commento alla guerra civile inglese.

Nel 1994 il dipinto è stato acquistato dalla collezione della Tate dalla Galerie Jan de Maere di Bruxelles, in seguito all’acquisto di Rene van den Broeck della collezione e della casa di Hartveld per una “misera somma”, ha dichiarato la commissione di esperti. Il Sonia Klein Trust, istituito dagli eredi di Hartveld, ha lanciato una richiesta di risarcimento nel 2024. E ora, in una nuova dichiarazione, i fiduciari si dichiarano “profondamente grati” per la decisione di restituire le opere, riconoscendo la “terribile persecuzione nazista di Samuel Hartveld”.

L’opera di Gibbs nei prossimi mesi sarà restituita agli eredi e ai pronipoti di Samuel Hartveld: è questa la decisione del governo britannico. Il ministro delle Arti, Sir Chris Bryant, ha elogiato la commissione per aver “aiutato a riunire le famiglie con i loro beni più cari”, definendola “la decisione giusta”. 

La direttrice della Tate, Maria Balshaw, ha dichiarato che è stato “un profondo privilegio aiutare a riunire quest’opera ai suoi legittimi eredi” e che è “lieta di vedere che il processo di spoliazione ha funzionato con successo per far sì che ciò accadesse”. La direttrice non vede l’ora di restituire il dipinto e aggiunge: “Sebbene la provenienza dell’opera sia stata ampiamente indagata al momento dell’acquisto nel 1994, non erano noti fatti cruciali riguardanti la precedente proprietà del dipinto”.

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