di Alberto Prunetti*
Domenica 5 aprile si è concluso a Campi Bisenzio il Festival di Letteratura Working Class. Nato dalla collaborazione tra alcuni lavoratori della conoscenza, in particolare nel ramo dell’industria del libro, e il collettivo di operai dell’ex GKN di Campi Bisenzio, impegnati in una lunga vertenza sindacale, il Festival si distingue per la sua dimensione sociale e politica, legando libri e autori ai temi delle lotte e dell’immaginario della classe lavoratrice. Un evento unico, anche perché si svolge in un’area industriale periferica e viene finanziato grazie al microsostegno popolare di tanti piccoli donatori. Dalla prima edizione del 2023 i sostenitori del Festival sono aumentati da 300 a oltre 500, mentre i partecipanti al festival sono passati da 3,500 per arrivare a 5mila nel 2024 e poi 7.000 nel 2025. Il festival è diventato qualcosa di più di una manifestazione letteraria, trasformandosi in un evento che ha chiamato a raccolta vari collettivi, come quelli per la giustizia climatica e i ricercatori precari dell’università.
Purtroppo poco prima dell’inizio del Festival è stata avviata una terza procedura di licenziamento collettivo degli operai della GKN, ma al tempo stesso proprio il Festival ha permesso di dare visibilità a questa situazione così drammatica. Tanto più che, con l’idea che la letteratura possa diventare uno strumento di resistenza politica, sabato 5 aprile almeno 5 mila persone si sono alzate dal piazzale del Festival dopo aver ascoltato un reading sull’Ilva di Taranto interpretato dall’attore Michele Riondino e si sono messe a sfilare in corteo, con gli zaini pieni di libri di letteratura working class, fino al centro di Campi Bisenzio, per assistere prima a un comizio del delegato degli operai e poi a un reading musicato di Massimo Zamboni.
Quanto al tema generale, dopo le “Genealogie” del primo anno (il passato) e le “Geografie” del secondo anno (lo sguardo sul presente, sui vari filoni internazionali di questa corrente letteraria), il Festival quest’anno era dedicato alle “Prospettive”, ossia alle tendenze future, tutte da costruire, della letteratura working class. E tra le prospettive future ce n’è una molto concreta: nel piano di reindustrializzazione della fabbrica dal basso degli operai ex GKN c’è anche il progetto di costruire nello stabilimento, se dovesse essere convertito a una proprietà cooperativa, un Polo culturale Working Class, che diventerebbe una sede fisica del festival col proposito di alimentare e diffondere l’immaginario di classe lavoratrice in tutta Europa.
*Alberto Prunetti è uno scrittore e traduttore italiano nato a Piombino nel 1973. È noto per opere come ‘Amianto. Una storia operaia’ e ‘108 metri. The new working class hero’, che esplorano temi legati alla classe lavoratrice e alla memoria storica.