Elizabeth LeCompte, classe 1944, negli anni Settanta ha fondato a New York una delle compagnie più influenti del teatro contemporaneo sperimentale, il Wooster Group, affrontando temi come il razzismo, la violenza di genere e l’alienazione capitalista con la creazione di linguaggio scenico innovativo, radicale e politico, che fonde testi classici, materiali d’archivio, nuove tecnologie e performance fisica.
“Elizabeth non crea semplicemente teatro, costruisce un universo in cui ogni gesto diventa azione politica e poesia” ha detto un emozionato Willem Dafoe, direttore artistico del Settore Teatro della Biennale di Venezia per il biennio 2025-2026, nella sua presentazione della collega e ex compagna che, per la sua carriera, lunga più di mezzo secolo, ha ricevuto ieri il Leone d’oro dalle mani del presidente della Biennale, Pietrangelo Buttafuoco,
LeCompte ha voluto condividere il premio con la sua compagnia, che alla Biennale Teatro ha portato in prima europea “Symphony of Rats”: “Il Wooster Group è, ed è sempre stato, un esperimento in continuo movimento: una collisione di corpi, macchine, testi e fantasmi. Rompiamo le cose… e poi cerchiamo di capire come potrebbero tornare insieme… per creare qualcosa di nuovo. Se questo vale un Leone d’Oro, allora lo accetto a nome di ogni collaboratore – ogni tecnico folle, ogni attore che ha mai chiesto: ‘E se lo provassimo in questo modo?’ Io merito questo premio solo in parte. La parte più grande spetta ai miei colleghi. Mi hanno dato tutto ciò che ho. Il modo in cui lavoriamo insieme è straordinario. E io sono molto, molto fortunata”.