La Fondazione Joan Miró festeggia mezzo secolo
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La Fondazione Joan Miró festeggia mezzo secolo

Cinquant’anni fa, su Montjuïc, prendeva forma il sogno di un artista. Oggi festeggiamo questo anniversario con un anno di mostre, concerti e tour, in omaggio al genio del pittore catalano

La Fondazione Joan Miró festeggia mezzo secolo
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9 Giugno 2025 - 14.49 Culture


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Una delle istituzioni culturali più influenti al mondo, la Fondazione Joan Miró, festeggia i suoi 50 anni con un ricco programma di eventi. Mostre, concerti e tour scandiranno un anno intero di festeggiamenti sotto lo slogan “Per i popoli di domani”, in omaggio a uno degli artisti catalani più importanti del XX secolo.

La mostra aprirà le sue porte giovedì con l’esposizione “La poesia è solo all’inizio”, un viaggio attraverso la storia della fondazione, fondata nel 1975 dallo stesso Miró (1893-1983) per preservare la sua eredità artistica. La rassegna, basata su fotografie, planimetrie e ritagli di stampa, racconta di come l’artista, dopo anni trascorsi a Maiorca, decide di riconciliarsi con la sua città natale, Barcellona, per creare questo spazio culturale, chiamato inizialmente Centro di Studi d’Arte Contemporanea.

“In 50 anni, siamo passati dall’essere il sogno di un artista all’essere un’istituzione culturale di riferimento, a Barcellona e nel mondo”, ha dichiarato il direttore della Fondazione dal 2018, Marko Daniel, presentando il calendario degli eventi. “Miró non ci ha lasciato solo un edificio, un’istituzione, una collezione magnifica e unica, ma anche un modo di guardare il mondo”, ha sottolineato durante la sua conferenza stampa.

Il progetto architettonico fu affidato a Josep Lluís Sert, amico intimo dell’artista, che ideò un edificio innovativo: una struttura in cemento bianco, le cui forme si fondono perfettamente con il paesaggio della collina di Montjuïc e con le opere di Miró. Per sfruttare la straordinaria architettura, il 15 giugno la fondazione aprirà le sue porte alle 6 del mattino per offrire al pubblico un’esperienza unica: vedere le opere e tutti gli spazi illuminati dalla luce dell’alba, prima dell’inizio di una giornata di festa popolare.

Tra gli eventi importanti del programma, spicca la mostra “Miró e gli Stati Uniti”, prevista per ottobre, che esplorerà i rapporti tra l’artista, che è stato molto influenzato dal Surrealismo, con questo paese, dove è stato ben sette volte. Saranno esposte anche opere di Louise Bourgeois, Jackson Pollock e Mark Rothko. “Questa esposizione — ha spiegato Ana Ara, responsabile delle attività artistiche — viaggerà poi alla Phillips Collection di Washington, diventando la più grande mostra su Joan Miró mai tenuta negli Stati Uniti”.

La primavera del 2026 porterà un’altra importante novità: una riorganizzazione delle opere della sua collezione, pensata per raccontare il processo creativo dell’artista, con nuovi materiali esplicativi e in base all’importanza che ha attribuito allo spazio, cercando di collocare il visitatore nel momento in cui Miró ha creato queste opere – come ha spiegato Ara. Infine, aprirà al pubblico per la prima volta il Giardino dei Cipressi, un’area verde inaccessibile donata alla Fondazione nel 1975, che sarà ora visitabile dalla primavera all’autunno.

La Fondazione, che accoglie anche un centro di documentazione e uno spazio per la “giovane creazione”, ebbe un’inaugurazione discreta il 10 giugno 1975, volutamente fatta per non attrarre la presenza del regime di Francisco Franco. Un anno dopo, con la morte del dittatore, libertà e arte poterono finalmente fondersi in una vera festa.

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