Palazzo San Felice: da spazio privato a polo per la collettività
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Palazzo San Felice: da spazio privato a polo per la collettività

Il cantiere sarà visitabile ogni weekend fino a dicembre 2025 e per la prima volta sarà visibile al pubblico il Sepolcro dei Sempronii.

Palazzo San Felice: da spazio privato a polo per la collettività
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13 Giugno 2025 - 17.50 Culture


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di Lorenzo Lazzeri

Il complesso architettonico di Palazzo San Felice, ubicato in via della Dataria, nel cuore di Roma, è oggetto di una riconversione che ne modifica l’attuale destinazione d’uso. A partire da questo fine settimana l’edificio aprirà le sue porte al pubblico, offrendo un percorso espositivo che illustra le fasi di trasformazione che condurranno alla sua futura funzione di sede per i volumi della Biblioteca di Archeologia e Storia dell’Arte, attualmente ripartiti tra Palazzo Venezia e il Palazzo del Collegio Romano.

L’iniziativa, accessibile gratuitamente ogni sabato e domenica dal 14 giugno al 28 dicembre 2025, si propone come una “finestra sul cantiere”, trasformando l’esperienza dei visitatori e consentendogli di discernere le dinamiche evolutive del Palazzo attraverso molteplici prospettive visuali. Al contempo si vuole rendere fruibile al pubblico il Sepolcro dei Sempronii, un reperto archeologico risalente alla seconda metà del I secolo a.C., emerso durante le campagne di scavo del XIX secolo e finora celato all’osservazione. Il manufatto funerario sarà visibile da un adeguato punto di osservazione e contemporaneamente un sistema di videomapping ne enfatizzerà i fregi, i dettagli ornamentali e le peculiarità costruttive, regalando una lettura stratigrafica storica.

Il piano di conversione è promosso dalla Presidenza della Repubblica e dal Ministero della Cultura, e la sua ultimazione è stimata per la fine del 2026. Il progetto è stato demandato all’architetto Mario Botta che gode di grande fama internazionale. Erto nel 1860 per volontà pontificia di Pio IX e su disegno dell’architetto Filippo Martinucci, il Palazzo sorge sul sedime dell’antico Convento dei Cappuccini, annesso alla Chiesa di San Bonaventura. Fino a tempi recenti l’immobile era adibito a funzioni residenziali, ma per iniziativa del Presidente della Repubblica e del Segretario Generale del Quirinale è stato deciso di destinarlo a polo culturale.

Il percorso espositivo si articola attraverso tre “finestre sul cantiere”. La prima consentirà di monitorare in tempo reale la progressione costruttiva di una scala progettata da Botta. Successivamente, da una feritoia strategica posizionata lungo un corridoio che narra la storia dell’edificio, sarà possibile scrutare il cortile principale. L’ultima prospettiva si affaccia, come anticipato, sul Sepolcro dei Sempronii.

Durante la presentazione del progetto il Ministro della Cultura Giuli ha enfatizzato la consistenza della futura biblioteca, che accoglierà almeno 350.000 volumi e disporrà di circa 10.000 metri lineari di scaffalature, oltre a spazi dedicati a conferenze e dibattiti. Un’offerta culturale concepita come una “rigogliosa espressione di socialità”, finalizzata alla ricerca e al beneficio della collettività, rendendo il luogo condivisibile anche per la fruizione turistica.

L’architetto Botta ha illustrato l’obiettivo di conferire una “funzione collettiva” a uno spazio precedentemente privato, anche attraverso alla riprogettazione di tre cortili. Il cortile maggiore sarà convertito nella “piazza principale”, il secondo trasformato in un anfiteatro e sala conferenze mentre il terzo assumerà la funzione di “spazio di snodo”. Attraverso quest’ultimo, in precedenza utilizzato come deposito e ora interamente recuperato con una nuova pavimentazione in cemento colorato – che sarà utilizzata in tutte le aree aperte – si accede alla seconda parte della visita, incentrata sul futuro dell’edificio. All’interno di un piccolo oratorio affrescato è stata collocata la pianta di Roma del 1748 di Giovanni Battista Nolli. Ultimo, ma non meno importante, un visore di realtà virtuale aiuterà il visitatore ad esplorare il modello digitale 4D del fabbricato, offrendo una visione diacronica dello stato di avanzamento nel tempo.

Alessandra Dal Verme, direttrice dell’Agenzia del Demanio, ha rimarcato che “il cantiere ingloba intrinsecamente l’intera opera sin dalla fase progettuale”, affermando come “ogni minimo dettaglio dello sviluppo progettuale potrà essere monitorato con meticolosa attenzione e puntualità”.

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