La radio è viva e ci tiene uniti con notizie, musica e cultura
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La radio è viva e ci tiene uniti con notizie, musica e cultura

Il 2 luglio del 1897 Marconi brevettava l’invenzione della trasmissione senza fili. Da allora troppe volte è stata data per morta. La versatilità di questo medium ne fa ancora un punto fondamentale nella condivisione di esperienze, conoscenza, musica, arte e cultura.

La radio è viva e ci tiene uniti con notizie, musica e cultura
Guglielmo Marconi
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4 Luglio 2025 - 18.00 Culture


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di Salvatore Scifo*

Da ex studente dell’Università di Siena vivo il 2 luglio come un giorno importante: quello del Palio dedicato alla Madonna di Provenzano, in cui la città e il suo popolo sono vestiti a festa. Anche quando viene rinviato per pioggia al giorno dopo, come sembra stia avvenendo sempre più spesso in questi ultimi tempi.  Ma il 2 luglio è anche il giorno in cui, nel 1897, Guglielmo Marconi riceve dal Patent Office, l’Ufficio Brevetti britannico con sede a Londra, il brevetto n.12039 per la sua invenzione che consentiva la trasmissione senza fili.

Passeranno ancora 4 anni, fino al 12 Dicembre 1901, prima che Marconi, in trepida attesa, riceva un segnale codificato in alfabeto Morse che, partito dalla Cornovaglia, attraversa l’Oceano Atlantico e arriva all’Isola di Terranova, in Canada, dando praticamente il via alla trasmissione senza fili. Coincidenza bellissima, il 12 Dicembre (1999) è anche la data in cui parte, con una festa inaugurale, l’esperienza di  Facoltà di Frequenza, la prima radio universitaria italiana con sede presso il rettorato dell’Università di Siena. Di queta ho avuto l’onore di essere prima volontario e speaker, poi vice direttore e infine di coordinare alcuni degli aspetti tecnici e artistici della programmazione radiofonica.

La radio, in tutti questi anni, è stata data per morta ogni volta che una nuova tecnologia come la televisione, Internet, la trasmissione in streaming, l’aumento delle capacita di trasmissione dati e i servizi a 3, 4 e 5G ad essa collegati hanno annunciato funerali quanto mai prematuri. La versatilità e la resilienza di questo medium ne fanno ancora un punto fondamentale nella condivisione di esperienze, conoscenza, musica, arte e cultura nel 2025. Secondo quanto riportato dal rapporto 2025 della World Radio Alliance, che raggruppa 19 associazioni di settore con base in Europa, Stati Uniti, Canada e Australia,  pubblicato il 13 febbraio in occasione della Giornata Mondiale della Radio (il World Radio Day, promosso dall’ UNESCO), la radio è ancora leader come mezzo di consumo di contenuti audio (con punte del 76% in Irlanda, per esempio) e per veicolare contenuti pubblicitari.

La radio continua ancora a raggiungere il più alto numero di ascoltatori di contenuti audio, con punte del 90% in Olanda e in Irlanda e, in tempi incerti come quelli che stiamo vivendo, è ancora il medium che viene considerato come la fonte più credibile dal 69% degli ascoltatori nell’Unione Europea e dal 70% nei paesi extra europei. Questo risultato è ancora aiutato dal fatto che la radio rimane il mass medium più mobile di ogni altro perché può essere usufruito senza l’uso delle mani e degli occhi e che, nelle sue versioni FM (la radio analogica), DAB (la radio digitale) e in streaming può ancora essere accessibile da tutti i dispositivi che fanno uso di queste tecnologie.

In Italia, secondo l’ultima rilevazione Radio TER a cura di Editori Radiofonici Associati relativa il 2024, l’ascolto complessivo è calato dai 36.343.000 ascoltatori del 2023 ai 35.077.000 del 2024, con la maggior parte delle radio commerciali in calo. Fanno eccezione Radio24, emittente dai contenuti prevalentemente parlati, e Radio Capital, che punta ad un pubblico più maturo, oltre a altre emittenti con contenuti tematici come Radio Sportiva.  Sulla stessa scia stazioni più radicate nei territori locali come Radio Bruno (da Carpi, in provincia di Modena) ma con un bacino di ascolto che copre buona parte dell’Italia Settentrionale, molto attiva grazie a eventi esterni, e Radio Birikina (da Castelfranco Veneto, Treviso), che copre anch’essa buona parte del Nord Italia).

Per quanto riguarda invece la fruizione di contenuti in podcast, ricerche effettuate negli ultimi 2 anni confermano la crescita del pubblico che usa questa forma di ascolto. Per esempio, secondo una ricerca di Nielsen per la piattaforma di audio libri Audible, nel 2023 16,4 milioni di italiani hanno ascoltato un podcast o audiolibro e, rispetto all’anno precedente, gli ascoltatori di podcast sono cresciuti di un milione, con aumenti diffusi tra il pubblico femminile, le fasce di età dai 25 ai 34 anni e dai 55 ai 64 anni. Il luogo di ascolto preferito rimane la casa (75%), seguito da una serie di luoghi esterni, o in movimento, come in macchina (31%), sui mezzi pubblici (21%), al parco o in cammino (20%) e quando si fa sport (12%). I momenti di ascolto preferiti sono invece a pari merito (36%) quando si torna dal lavoro e la sera prima di andare a dormire, seguiti dal fine settimana (29%) e la mattina mentre si va al lavoro (24%).

A conferma della versatilità dei contenuti audio, i podcast hanno anche una funzione di antistress, aiuto allo studio e come rimedio contro la solitudine e l’insonnia. Inoltre, la possibilità di fare altro mentre si sta ascoltando la radio o un podcast aiuta a “contrastare l’overdose di schermi a cui siamo quotidianamente sottoposti e poter scegliere autonomamente gli argomenti e le notizie da approfondire”. Per quanto riguarda i contenuti, invece, le aree più richieste sono i programmi di approfondimento (45%), le news e l’attualità (43%). In aumento inchieste e reportage (35%) e i temi sociali e solidali (34%).

Sempre nel mondo dei podcast l’edizione 2024 della Digital Audio Survey, dell’istituto di ricerca IPSOS, ha rilevato che nel corso dei 12 mesi precedenti alla ricerca il 66% degli intervistati “ha deciso di leggere un libro, su carta o digitale, dopo averne sentito parlare in un podcast”, rivelando siano uno strumento di promozione più efficace dei social media come Instagram o TikTok (59%). I podcast si sono rivelati anche un medium dove è possibile avere una esperienza di ascolto immersiva e godere di una fruizione ininterrotta.

Come in altri campi anche la radio non è immune dall’impatto delle tecnologie legate all’uso dell’Intelligenza Artificiale (IA) e, specialmente nei grossi gruppi internazionali, si stanno implementando nuove soluzioni per la programmazione dei contenuti musicali anche grazie all’analisi delle preferenze del pubblico per mezzo di processi di raccolta, gestione e trasmissione di contenuti giornalistici. L’uso di chatbots aiuta nella gestione dell’interazione con il pubblico e l’IA aiuta nel programmare la distribuzione di contenuti sui social media.

In ogni caso, come per i podcast, bisognerà ricordarsi sempre dell’elemento umano di connessione tra l’ascoltatore e il produttore del contenuto, il ricevente e l’emittente, fattore essenziale per fare in modo che questa storia, iniziata ormai più di 125 anni fa con un brevetto confermato da un’istituzione londinese, continua a viaggiare verso di noi o con noi, a espletare la sua funzione di intrattenimento, culturale e di connessione sociale. Come cantavano gli Acustimantico, un gruppo musicale di Roma che abbiamo avuto il piacere di trasmettere e avere in studio a Facoltà di Frequenza, nella loro canzone Radio:

Resta sveglia, non mi lasciare
Voce radio nella tempesta
E se una canzone non basta
Cambia il mondo, cambia il mondo
E se una canzone non basta
Manda in onda i suoi occhi per radio

Buon Ascolto!

*Salvatore Scifo è Preside Associato per L’Esperienza studentesca presso l’Universita di Bournemouth

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