Presentato il primo servizio di verifica dell'età online
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Presentato il primo servizio di verifica dell'età online

La Commissione Europea presenta un prototipo di applicazione per la verifica dell'età online, col fine di garantire privacy e protezione.

Presentato il primo servizio di verifica dell'età online
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15 Luglio 2025 - 16.28 Culture


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In un’era dove la vita digitale si intreccia sempre più con quella reale, la Commissione Europea ha fatto un passo avanti significativo nella protezione dei minori online. Nelle scorse ore la vice presidente Henna Virkkunen ha annunciato la presentazione di nuove linee guida per la sicurezza digitale dei più giovani e, soprattutto, un prototipo di un’applicazione per la verifica dell’età degli utenti sulle piattaforme. L’iniziativa, che rientra nel più ampio quadro del Digital Service Act, mira a creare un ambiente online più sicuro e responsabile.

L’applicazione in questione diventa il “gold standard” nella garanzia dell’età online. Si potrà accedere a contenuti riservati agli adulti senza dover rivelare l’età esatta o la propria identità. È proprio questo l’obiettivo: l’app permetterà di dimostrare il compimento dei 18 anni mantenendo il pieno controllo su ogni altra informazione personale. La privacy è al centro di questo progetto, con la ferma promessa che “nessuno sarà in grado di tracciare, vedere o ricostruire i contenuti consultati dai singoli utenti”.

La fase pilota vedrà la partecipazione attiva di Italia, Francia, Spagna, Grecia e Danimarca, paesi che saranno i primi ad adottare questa soluzione tecnica. L’obiettivo è quello di lanciare un’app nazionale personalizzata per la verifica dell’età, che potrà essere integrata in servizi nazionali già esistenti o operare indipendentemente. Un tassello fondamentale che andrà a comporre il portafoglio d’identità digitale atteso per la fine del 2026.

Ma la visione della Commissione va ben oltre la sola verifica dell’età. Le nuove linee guida toccano aspetti cruciali come il design che crea dipendenza, il cyberbullismo, i contenuti dannosi e i contatti indesiderati da parte di estranei. Si suggerisce, ad esempio, di disattivare le funzioni come il tracciamento delle attività e le conferme di lettura, col fine di ridurre l’esposizione dei minori a pratiche che possono stimolare comportamenti di dipendenza.

Per contrastare il cyberbullismo viene incentivata la possibilità di bloccare o silenziare gli utenti e di non essere aggiunti a gruppi senza esplicito consenso. Cruciale anche la raccomandazione di impedire di scaricare o fare screenshot di contenuti pubblicati da minori, una misura pensata per prevenire la distribuzione non voluta di contenuti sessuali o intimi. Infine, le piattaforme sono chiamate a settare gli account dei minori come privati per impostazione predefinita, rendendoli non visibili agli utenti non inclusi nella loro lista di amici, minimizzando così il rischio di contatti indesiderati.

Come ha ribadito la vice presidente Virkkunen, “Garantire la sicurezza dei nostri bambini e ragazzi online è di fondamentale importanza per questa Commissione. Le piattaforme non hanno scuse per continuare a mettere a rischio i bambini”. Un monito chiaro, che sottolinea la volontà dell’Europa di creare un ambiente digitale dove la crescita dei più giovani sia protetta e consapevole.

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