L’erosione della classe media impatta anche sulla villeggiatura: cosa dicono i dati sul turismo estivo
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L’erosione della classe media impatta anche sulla villeggiatura: cosa dicono i dati sul turismo estivo

La durata delle vacanze degli italiani si contrae sempre più, proprio come il ceto medio. Ecco qualche dato a riguardo.

L’erosione della classe media impatta anche sulla villeggiatura: cosa dicono i dati sul turismo estivo
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Agostino Forgione Modifica articolo

18 Agosto 2025 - 16.25 Culture


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Che il tessuto sociale italiano stia mutando forma, e con esso anche i costumi, è cosa ampliamente discussa e risaputa. E lo sta facendo, purtroppo, in peggio. I fattori che stanno comportando ciò sono plurimi, ma l’effetto finale è uno: il ceto medio, grande pilastro su cu cui si reggeva l’economia del nostro Paese, sta progressivamente venendo eroso. Lo dimostra chiaramente uno studio condotto da Demos & Pi per la Repubblica nel mese di maggio, dal quale emerge come si collochi nella fascia sociale medio-bassa il 53% delle donne e il 45% degli uomini.

Scremando per fasce di età coloro che dichiarano maggiormente di appartenere a tale ceto sono i ragazzi tra 18 e 29 anni e gli adulti tra 45 e 54. In sunto 19 anni fa, nel 2006, si percepivano facenti parte del ceto medio il 60% degli italiani, oggi il 49%. Una flessione di ben 11 punti. Tutto ciò impatta, ovviamente, anche sul settore turistico e su come gli italiani vivono le vacanze, in particolar modo nel corrente mese di agosto, in cui si registra il picco degli spostamenti. Il quadro generale che emerge non è particolarmente rasserenante.  

La grande questione che nelle ultime settimane si sta imponendo nell’opinione pubblica riguarda il crollo delle presenze negli stabilimenti balneari rispetto alla media della stagione. L’associazione di categoria Assobalneari ha dichiarato una diminuzione quantificabile tra il 20 e il 30 percento rispetto agli anni passati. Affermazioni simili arrivano dal Sindacato italiano balneari, secondo cui a luglio si sono registrati picchi negativi del 25% in ragioni come Calabria ed Emilia-Romagna.

A detta di coloro che hanno rinunciato anche a un breve periodo di villeggiatura la causa è sempre la stessa: l’inflazione in costante aumento. Ciò in effetti è vero, secondo i dati Istat da gennaio 2021 è stato registrato un aumento cumulato dei prezzi di beni e servizi pari al 19%, correlato a stipendi nella stragrande maggioranza dei casi rimasti invariati. Il costo delle strutture recettive, dei ristoranti e del settore turistico in generale è però schizzato del 55%, quasi tre volte in più rispetto all’inflazione generale. Ciò fa sì, citando i dati forniti da Federalberghi, che la maggior parte dei vacanzieri (28,8%) preferisca trascorrere le ferie a casa di parenti o amici.

Il mare rimane la meta più gettonata, scelta dal 76,9% degli italiani che qui trascorre la propria vacanza principale dell’anno. Tuttavia, la durata media di quest’ultima è diminuita da 10,3 a 10 giorni. Risultati grossomodo simili arrivano dall’osservatorio Findomestic, che segnala come le famiglie trascorreranno circa una settimana di vacanze. La meta preferita rimane sempre l’Italia, sebbene siano in costante aumento coloro che scelgono mete prossime ai nostri confini, spesso anche mossi dalla volontà di risparmiare. Aumenta invece la frequenza delle partenze, che si dilazionano nel corso dell’anno e non sono più vincolate ai soli mesi estivi.

Nonostante i periodi di villeggiatura sempre più brevi Euroistat, l’agenzia di statistica dell’Unione Europea, afferma che non ci siano mai state così tante persone in Italia a non potersi permetter una vacanza nell’ultimo decennio. Oggi non può farlo il 31% dei cittadini, mentre dieci anni fa “solo” la metà.  Quanto scritto porta inevitabilmente a interrogarsi su come si sta trasformando l’indotto turistico del Belpaese, che purtroppo spesso sembra strizzare l’occhio solo al turismo “altospendente” escludendo un’offerta accessibile ai più. L’erosione della classe media è il diretto risultato di tali dinamiche. L’auspicio è che l’Italia non diventi sempre più una destinazione per vip paradossalmente inaccessibile ai propri cittadini.

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