"Memorie di Ninfa", un viaggio infinito tra natura e cultura
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"Memorie di Ninfa", un viaggio infinito tra natura e cultura

Lauro Marchetti, per 45 anni direttore del giardino, parla con commozione del legame che ha instaurato con il luogo incantato più romantico del mondo

"Memorie di Ninfa", un viaggio infinito tra natura e cultura
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14 Settembre 2025 - 17.45 Culture


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Ci sono dei luoghi che colpiscono l’immaginario collettivo fino a diventare l’emblema della bellezza. E il Giardino di Ninfa è senza dubbi fra questi. Nel comune di Cisterna Latina, nei margini settentrionali dell’Agro Pontino, sorge l’incantevole spazio verde, che Lauro Marchetti, per 45 anni direttore del giardino e ora sovrintendente dello stesso, ha deciso di descrivere centimetro per centimetro nel libro “Memorie di Ninfa” (Allemandi Editore), con la prefazione di Fulco Pratesi, a cui è stato assegnato il Campiello Natura – Premio Venice Gardens Foundation, giunto alla sua terza edizione.

L’autore, a margine del conferimento del premio, ha raccontato ai microfoni dell’ANSA: “Ho vissuto una vita dove ogni giorno non era mai ordinario. Sono stato accanto a dei giganti. Li ho vissuti in prima persona. E’ stato un sogno. Sembra la favola di un bambino”.

E ha continuato Marchetti: “La principessa Lelia Caetani, la creatrice della meraviglia che è il Giardino di Ninfa, mi prese per mano che avevo sei anni, adesso ne ho 76. Io non sono altro che uno scriba, in un certo senso. Non ho fatto altro che raccogliere tutte le imprese dei Caetani che sono assolutamente eccezionali. Ogni cosa che hanno fatto aveva una valenza internazionale”.

Viaggiando a ritroso con la mente l’ex direttore ha ricordato: “La cultura che si respirava, che si sentiva nel giardino era quella che ognuno vorrebbe vivere, era il giardino dell’Eden. Da lì sono scaturite delle esperienze incredibili sulla letteratura, la musica, l’arte. Lelia non era giardiniera, ma pittrice. Ha attinto al giardino che abbiamo noi all’interno e poi lo ha trasmesso nella realtà”.

E ha aggiunto ancora Lauro Marchetti: “Da piccolo stavo da solo con la natura, vicino ai fiori selvatici, avevo la passione per il canto degli uccelli, non ho mai perso un’alba. Queste mie abitudini erano arrivate ai Caetani che non avevano figli. Lelia e Goffredo, il padre, chiesero ai miei genitori di occuparsi della mia istruzione. Sono andato dal mio borgo a Nizza. Con loro ho girato tutta l’Europa per imparare i giardini. Sono stati 20 anni di apprendimento”.

“Con i miei precettori, Lelia Caetani e il marito metà inglese e metà italiano, Hubert Howard, della dinastia dei duchi di Norfolk, ho fatto un cammino incredibile. Ho partecipato alla nascita di questo giardino, il più romantico del mondo. Ho visto cosa succede quando un artista si mette in azione. Lelia metteva le piante in base ai colori. Era allieva di Balthus” ha ricordato Marchetti.

Che ha continuato: “Goffredo, il suo padrino, era Franz Liszt, è stato la mia guida per la comprensione degli affetti sonori della natura. Lelia per quelli della vista. Ninfa era il luogo ideale per vivere questo e soprattutto la salvaguardia dell’ambiente – Italia Nostra è nata lì e tante altre associazioni – è stato meraviglioso”.

E ha infine conclude: “Non è rimasto più nessuno che conosceva gli ultimi Caetani. Non ci sono eredi del ramo di Ninfa e di Sermoneta. Era un dovere fare questo libro che ho impiegato 5 anni a scrivere”. “Ho incrociato più informazioni, anche di operai anziani, domestiche che hanno lavorato con loro”.

Insomma, un nuovo testo che ci porta all’interno dei fantastici mondi della cultura e della natura è pronto per essere letto, sperando che in futuro vengano scritti sempre più libri di questo genere, per far sì che tutti possano immaginarsi immersi fra piante, prati verdi e ruscelli, che non sono solamente elementi naturali. Ma dei veri e propri oggetti dei sogni.

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