Oggi l’assemblea pubblica al San Niccolò (UniSi)
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Oggi l’assemblea pubblica al San Niccolò (UniSi)

Voci dell’Università di Siena e non solo si sono espresse contro il genocidio in corso. Cosa possiamo fare noi come cittadini, ma anche come lavoratori, studenti, docenti? 'Organizzarsi prima che sia troppo tardi' è il messaggio

Oggi l’assemblea pubblica al San Niccolò (UniSi)
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22 Settembre 2025 - 19.40 Culture


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di Giada Zona

Personale tecnico amministrativo, docenti e studenti si erano incontrati lo scorso giovedì nel cortile del Rettorato dell’Università di Siena per riflettere su Gaza. In seguito al successo ottenuto, oggi è tornato l’appuntamento con un’assemblea pubblica alle 15:00 presso il Complesso San Niccolò (UniSi), un momento di confronto e di mobilitazione a favore della Flotilla.

Siena ha visto più di mille persone tra la manifestazione di ieri e le varie iniziative per Gaza, dimostrando che la voglia di fare qualcosa c’è. Anche oggi la partecipazione ha visto docenti universitari, studenti, insegnanti delle scuole medie e superiori, personale tecnico amministrativo, membri del comitato per la Palestina e di associazioni studentesche. Tanti hanno condiviso con il pubblico le loro riflessioni, chiedendosi anche cosa si può fare se la Flotilla sarà bloccata, partendo dai limiti e complessità aggravate dal Ddl sicurezza. 

Uno tra i primi interventi è stato quello di Katia Di Rienzo, presidente RSU, che dal 1994 ha dichiarato di aver visto oggi, per la prima volta, una nuova energia a Siena. Il genocidio che colpisce il popolo palestinese ha risvegliato le coscienze, sostiene Di Rienzo, come avvenne nello scorso incontro, ribadendo che sulla questione palestinese non possiamo ammettere distinzioni. A seguire il docente Unisi di geologia Enrico Tavarnelli che propone di discutere della questione palestinese durante i primi giorni di lezione del suo nuovo corso all’università. “Vorrei sensibilizzare da cittadino, prima ancora che docente, e poi come formatore responsabile delle nuove generazioni” aggiunge Tavarnelli. A riflettere sul ruolo educativo dei docenti è anche Marta, insegnante all’istituto Bandini a Siena, raccontando le attività di sensibilizzazione svoltasi anche a Colle di Val d’Elsa.

E’ poi il turno di Luca, studente e membro del “Comitato Palestina Siena”, che afferma la necessità di agire al più presto. E aggiunge: “determinati aspetti devono essere discussi perché il massacro è in corso e non possiamo aspettare altro tempo. Ci sono scioperi che devono creare agitazione e dobbiamo capire anche come usare questo strumento”. Un altro intervento ampiamente apprezzato dal pubblico è stato quello di Samuele Picchianti, membro di Cravos e senatore accademico, interrogando se stesso e la platea au cosa fare se la Flotilla sarà bloccata: “Siena cosa farà, cosa siamo disposti a fare e cosa significa per noi?” Si chiede, e chiede, Samuele Picchianti, riflettendo ancora una volta sul rapporto tra l’ateneo senese e quelli israeliani.

Proseguono gli interventi di insegnanti che ribadiscono come l’attività tra docenti e studenti possa tenere vivo l’interesse e la conoscenza sul genocidio palestinese. Interviene anche Armando Cutolo, docente di antropologia al Dispoc (UniSi), che sottolinea l’esigenza di affrontare la questione palestinese anche tra le mura universitarie. Intervengono poi due docenti del Dssbc (Dipartimento di scienze storiche e dei beni culturali), proponendo al pubblico l’utilità di seguire l’iniziativa lanciata dai lavoratori dell’università di Parma, dove hanno deciso di non bloccare la didattica ma di svolgere attività alternative dedicate ovviamente al genocidio.

Interventi anche di Luigi Bosco, docente di economia, e di Sonia Boldrini, del personale tecnico amministrativo (UniSi), che hanno sottolineato la necessità di sensibilizzare sulla questione palestinese anche durante le prime lezioni dell’anno accademico.

Tantissime le persone tra i banchi del San Niccolò, coinvolti e desiderosi di unirsi per trovare insieme una soluzione. Molti gli interventi che hanno tenuto vivo il dibattito e hanno dato il via a nuove iniziative con l’obiettivo: alzare la voce, mobilitarsi e prendere posizione. Ma adesso, prima che sia troppo tardi.

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