Muore Andrea Rauch, aveva l’arte di dare forma civile alle immagini
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Muore Andrea Rauch, aveva l’arte di dare forma civile alle immagini

Rauch ha lasciato un segno nella comunicazione pubblica: più di 700 manifesti, oggi custoditi nelle collezioni del MoMA di New York, del Musée de la Publicité del Louvre e del Museum für Gestaltung di Zurigo. Ha insegnato anche all'Università di Siena.

Muore Andrea Rauch, aveva l’arte di dare forma civile alle immagini
Andrea Rauch
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Marcello Cecconi Modifica articolo

28 Settembre 2025 - 18.40 Culture


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La notizia della morte di Andrea Rauch (Siena, 1948 – 2025) segna la scomparsa di una delle figure più influenti della grafica italiana contemporanea, un progettista capace di trasformare la comunicazione visiva in uno strumento di dialogo civile e politico.

Dopo gli studi alla Facoltà di Architettura di Firenze, tra il 1968 e il 1974, Rauch intraprese un percorso che lo avrebbe reso protagonista della stagione della grafica di pubblica utilità tra il 1975 e il 1989. La sua opera, densa e riconoscibile, seppe interpretare le esigenze di istituzioni e comunità, fondendo rigore progettuale e sensibilità sociale.

Importante anche la sua dimensione accademica. Particolarmente significativa la sua docenza all’Università di Siena, tra il 1994 e il 2002. Qui Rauch formò una nuova generazione di grafici e comunicatori visivi, portando in aula l’esperienza concreta del progettista e la visione di chi concepiva la grafica come servizio alla società. Le sue lezioni erano un intreccio di storia, pratica e riflessione critica, capaci di trasmettere agli studenti non solo competenze tecniche, ma anche una consapevolezza etica del mestiere. Successivamente. docente anche allo IED di Firenze (2010–2013), dove contribuì alla crescita di talenti nel campo del disegn.

 Autore prolifico, pubblicò libri illustrati, cataloghi e testi di riferimento come Graphic Design. La storia, i protagonisti e i temi dall’Ottocento ai giorni nostri (Mondadori, 2006), offrendo strumenti critici e storici a chi si avvicinava alla disciplina. Fondatore, insieme a Stefano Rovai, dello studio Graphiti (1983-1993), Rauch ha lasciato un segno tangibile nella comunicazione pubblica: più di 700 manifesti, oggi custoditi nelle collezioni del MoMA di New York, del Musée de la Publicité del Louvre e del Museum für Gestaltung di Zurigo. Non semplici prodotti grafici, ma veri e propri atti culturali, capaci di raccontare un’epoca e i suoi conflitti, di parlare al cittadino con la forza di un’immagine chiara e necessaria.

Il suo impegno lo portò a collaborare con case editrici come Guaraldi, La Casa Usher ed Electa, e con istituzioni pubbliche e politiche, per le quali disegnò simboli destinati a rimanere impressi nella storia del Paese, come quelli per l’Ulivo (1995) e per la Margherita (2001). In Rauch la grafica non era ornamento, ma sintesi visiva di valori e identità collettive.

Socio onorario dell’AIAP, Andrea Rauch ha incarnato un’idea di grafica come responsabilità culturale, come linguaggio democratico che sa unire estetica e contenuto, bellezza e utilità. Con la sua scomparsa, il mondo del design visivo perde non soltanto un grande maestro, ma anche un artigiano della memoria pubblica, capace di tradurre in immagini le aspirazioni, le lotte e i sogni di una comunità.

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