Dopo una sosta causata da un guasto ad una delle navi, la Flotilla è ripartita
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Dopo una sosta causata da un guasto ad una delle navi, la Flotilla è ripartita

I partecipanti sono stati trasferiti in sicurezza su altre imbarcazioni. Il ministro israeliano Katz torna all'attacco contro la missione. Le parole di Tony La Piccirella.

Dopo una sosta causata da un guasto ad una delle navi, la Flotilla è ripartita
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29 Settembre 2025 - 20.05 Culture


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In mattinata la Flotilla è stata costretta a uno stop temporaneo a causa di una perdita nella sala macchina della nave “Johnny M”. Grazie al coordinamento delle autorità costiere turche gli attivisti sono stati trasferiti in sicurezza. “La situazione – spiegano gli attivisti – non è stata risolta in mare e la nave non è in grado di proseguire. Tutti i partecipanti sono stati trasferiti in sicurezza su un’altra imbarcazione, alcuni saranno riassegnati ad altre imbarcazioni e altri saranno fatti sbarcare”. Gli organizzatori fanno comunque sapere che quanto accaduto “non causerà ritardi significativi alla missione, che dovrebbe arrivare entro 4 giorni”.

“Ci troviamo a 300 miglia dalla Striscia, tra 2 giorni saremo nella zona di intercettazione e fra 3 a Gaza” spiega l’attivista italiano Tony La Piccirella dalla Global Sumud Flotilla. “La missione è diretta a Gaza: è l’unico modo per aprire un canale umanitario permanente. Non è mai stato preso in considerazione di fermarci a Cipro o altri cambiamenti della rotta”. Per quel che riguarda le minacce israeliane e le paure del Governo italiano spiega che secondo “la legge internazionale non ci sono rischi. Qualsiasi pericolo è legato alla violenza israeliana a cui i governi permettono ancora di andare oltre la legge internazionale”. “Al momento sono 530 le persone che stanno partecipando alla missione” dice l’attivista, aggiungendo che “gli italiani a bordo sono meno del 10%, una quarantina. Tutti gli equipaggi delle varie imbarcazioni sono misti.”

Oggi l’attivista è intervenuto anche in risposta alle parole del ministro degli Esteri israeliano Israel Katz: “il ministro degli esteri israeliano durante una conferenza stampa dice di voler intercettare la flotilla e deportare ogni membro di ogni equipaggio in sicurezza in Israele e rimpatriarlo fatta eccezione per le persone che stanno provando a violare il blocco navale per la seconda volta. Tra queste persone credo di rientrare anche io che due mesi fa ero a bordo della Handala diretto a Gaza e sono stato intercettato in acque internazionali illegalmente. La libertà che Israele minaccia di toglierci mediante l’uso di leggi create ad hoc in questi giorni probabilmente è una libertà che non si può chiudere in cella. È una libertà che si guadagna seguendo un senso di giustizia e morale comune e io invito tutte e tutti a prendercela questa libertà a dispetto delle minacce del governo israeliano o di qualsiasi altro governo”.

La Marina ha puntualizzato oggi che, raggiunte le cento, centoventi miglia nautiche di distanza dalle coste della Striscia di Gaza, la fregata italiana Alpino invierà una comunicazione alla Global Sumud Flotilla in cui sarà specificato che la nave militare ferma in quella zona la propria navigazione e per loro proseguire sarà pericoloso. “Qualora la Sumud Flotilla decidesse di intraprendere azioni per forzare un blocco navale si esporrebbe a pericoli elevatissimi e non gestibili, visto che parliamo di barche civili che si pongono l’obiettivo di “forzare” un dispositivo militare (seppur esso sia illegale, ndr)”, ha commentato il ministro della Difesa Crosetto. Il ministero della Difesa spagnolo, come quello italiano, non ha autorizzato la fregata Furor a entrare nelle acque territoriali di Gaza.

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