Elon Musk: riscrivere la storia con l’intelligenza artificiale
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Elon Musk: riscrivere la storia con l’intelligenza artificiale

Durante la presentazione a Roma dei progetti vincitori del programma “Expandere Conscientia Lumen", sembra volerci suggerire che la prossima rivoluzione culturale potrebbe nascere non nei laboratori del domani, ma tra le rovine del mondo antico.

Elon Musk: riscrivere la storia con l’intelligenza artificiale
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24 Ottobre 2025 - 19.58 Culture


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Riscrivere i libri di storia partendo dai reperti archeologici. È la nuova, visionaria sfida di Elon Musk, che questa volta guarda non alle stelle ma alle radici della civiltà umana. Durante la presentazione dei progetti vincitori del programma “Expandere Conscientiae Lumen”, promosso da Ancient Rome Live e dall’American Institute for Roman Culture con il sostegno della Musk Foundation, il fondatore di Tesla e SpaceX ha tracciato un ponte ideale tra tecnologia e memoria, tra intelligenza artificiale e storia antica.

“Mi affascina la storia – ha raccontato Musk in videocollegamento – e Roma rappresenta una parte centrale della civiltà occidentale. Voglio capire come nascono e come finiscono le civiltà”. Un obiettivo che, nelle sue parole, trova nell’IA un alleato capace di colmare le lacune del passato, analizzando i reperti con una precisione mai raggiunta prima. “Potremmo riscrivere, o forse scrivere per la prima volta, un nuovo libro di storia basato interamente sui materiali antichi”, ha spiegato, citando l’esempio dell’Egitto e delle piramidi, a lungo attribuite al lavoro degli schiavi e oggi reinterpretate come opere di artigiani e contadini stagionali impegnati in un progetto religioso collettivo, non dissimile dalle grandi cattedrali medievali.

Tra gli undici progetti internazionali premiati, l’Italia gioca un ruolo da protagonista. Si va dalle ricerche subacquee a Ripa Puteolana, nel Golfo di Napoli, allo studio dei pigmenti di Pompei per comprendere la tavolozza cromatica dell’antichità; dalla ricostruzione digitale della Colonna di Marco Aurelio allo studio dei sistemi idraulici del teatro romano di Aquinum, fino all’indagine sull’eredità tessile dell’Impero Romano, un patrimonio materiale e simbolico che ancora intreccia fili di cultura, economia e identità.

A sostegno di queste iniziative, la Musk Foundation ha donato un milione di dollari destinato alla tutela dei siti archeologici e alla digitalizzazione del patrimonio storico, aprendo la strada a nuove forme di ricerca e valorizzazione culturale. Accanto ai progetti italiani, il programma coinvolge realtà di tutto il Mediterraneo: la conservazione di Cirene in Libia, la documentazione dell’eredità greco-romana in Giordania, la promozione dell’archeologia romana in Marocco, la tutela del Palazzo di Teodosio a Stobi in Macedonia del Nord, il restauro della città romana di Numluli in Tunisia e la conservazione dei monumenti religiosi nel sito Unesco di Butrinto, in Albania.

Come sappiamo, Musk punta a ridefinire il mondo dell’informazione digitale sostituendo l’approccio comunitario con quello dell’intelligenza artificiale e, anche per la storia, sembra volerci suggerire che la prossima rivoluzione culturale potrebbe nascere non nei laboratori del domani, ma tra le rovine del mondo antico. Insomma, dal Campidoglio di Roma ha fatto partire una nuova narrazione del passato per comprendere, a suo dire, meglio il futuro.

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