Geolier e la scossa di Sanremo, il rap è la musica più ascoltata dai giovani
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Geolier e la scossa di Sanremo, il rap è la musica più ascoltata dai giovani

Il rap irrompe sul palco dell’ Ariston dopo che per anni aveva dominato lo streaming. Una nuova svolta dopo quella dei Maneskin. Un primo catalogo del fenomeno rap e trap italiano.

Geolier e la scossa di Sanremo, il rap è la musica più ascoltata dai giovani
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Manuela Ballo Modifica articolo

23 Febbraio 2024 - 15.43 Culture


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“Datevi una smossa/ l’ epoca è la nostra/ la musica non solo s’ascolta/ semmai si mangia”: m’improvviso ironicamente rapper per divertirmi e per far conoscere la magia del verbo che si scioglie in un suono e che detta le parole della contemporaneità che conquistano Sanremo. Non tanto ai giovani, che già da tempo lo cantano e lo ascoltano, ma più che altro a coloro che sono rimasti a bocca aperta durante il Festival. I riflettori del più grande palco della musica leggera si sono accesi su un fenomeno che a tanti è apparso nuovo, ma che in realtà da tempo dilaga sui cellulari, nelle Radio e sullo Streaming.

È del tutto evidente che Geolier abbia potuto conquistare il voto popolare di quello che è diventato una sorta di gran premio di Formula 1 della canzone italica. Con Geolier è successo esattamente ciò che era accaduto due anni fa con i Maneskin. Allora a rompere fu la riscoperta di un Rock italiano, oggi il rap che magari usa anche dialetti non praticati dal grande pubblico.
Ma Geolier d’ altra parte non rappresenta un semplice fenomeno isolato: sono decine e decine i nomi di giovani ragazze e ragazzi , a volte poco conosciuti dal pubblico di massa, che negli ultimi anni stanno riscuotendo un grandissimo successo, soprattutto nello streaming sulle principali piattaforme musicali.

E’ difficile elencarli tutti dal momento che si moltiplicano miracolosamente come i pani e i pesci. Mi limito perciò a segnalarne alcuni tra i tanti che passano dall’ Hip hop al rap fino ad arrivare alla Trap. Ci sono, lo avverto, molte sorprese: c’è un rapper che canta la rabbia giovanile dei quartieri di periferia e quello che, sorprendentemente, legge i classici; c’è chi riprende antiche sonorità della musica tradizionale rielaborandola e chi invece dà fiato all’ elettronica spinta e bassi amplificati dalle casse. Perciò cari lettori, il primo catalogo è questo.

Tony Boy, classe 99, è uno dei nomi da tenere d’occhio nella rapida evoluzione dell’urban italiano. Le storie di Tony Boy sono lo specchio di un ragazzo di provincia,tormentato, dal fatto di vivere in un luogo dove le possibilità non sono molte, ma in cui a fare la differenza c’è la voglia di vincere trovando un’alternativa.
Nell’ ultimo album , da poco uscito, “Nostalgia (export)”cito “Sono così”: “Ho un solo messaggio, una sola chance: fottere il globo. Ero convinto che una sola strofa mi mettesse a posto”.

Nerissima Serpe, classe 2000, in alcuni testi traspare un’elementare ma feroce critica a certe pratiche di mal costume italiano: “Sto contando una mazzetta alta come un cassonetto/ il mio sogno nel cassetto, sto facendo soldi adesso/ pasta al sugo fresco e parmigiano sopra/ senza non è lo stesso, in Italia si mangia questo”. E’ stato influenzato , fin dagli esordi, da rapper del calibro di Marracash e più in generale della Dogo Gang. Insieme alla piccola etichetta da lui fondata insieme a Fri2 cominciano a inondare il souncloud di pezzi. Uno stile che s’ inserisce nella wave drill/gangsta trap.

Anna Pepe, classe 2003, è una delle poche donne che s’ afferma in un settore musicale prevalentemente maschile. E’  giovane ma già rinomata, tant’ è che è l’artista più giovane ad aver raggiunto la prima posizione della Top singoli della FIMI,riceve attenzioni anche all’estero, grazie al suo singolo di debutto “Bando” venendo aggiunto ad ufficiali playlist Spotify e radiofoniche di vari paesi come la Francia e gli Stati Uniti d’ America.

Kid Yugi , ovvero Francesco Stasi, 23enne , rapper di Massafra, in provincia di Taranto, è uno dei nuovi volti della scena trap italiana.C’è molta attesa per il suo nuovo album  ‘I nomi del diavolo’. In mezzo a molti contenuti già sentiti e risentiti rappresenta una ventata d’aria fresca. Avendo studiato lettere ama arricchire i suoi pezzi di citazioni classiche o cinematografiche e mostrare una realtà differente, anche quella del suo paese senza dimenticare che è molto più facile fuggire rispetto a restare e nobilitare il piccolo paese da dove si proviene. Confessandosi in un pezzo de la Repubblica, infatti , dice “Quella del fuggire, specie al sud, è una narrativa che ci hanno propinato in tutti i modi, secondo me il passo avanti è migliorare il posto da cui si viene, glorificarlo.

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