Incontro in Moschea a Tivoli Terme tra don Enea di Collefiorito e l'Imam Eid: la cena condivisa e la necessità di Pace.
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Incontro in Moschea a Tivoli Terme tra don Enea di Collefiorito e l'Imam Eid: la cena condivisa e la necessità di Pace.

Un incontro tra la comunità cristiana e quella islamica, tra ricerca delle radici comuni e voglia di dialogo. La cena insieme alla fine della giornata di Ramadan.

Incontro in Moschea a Tivoli Terme tra don Enea di Collefiorito e l'Imam Eid: la cena condivisa e la necessità di Pace.
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23 Marzo 2025 - 19.12


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di Giuliano Santoboni

I venti di guerra e i governanti impazziti sembravano essere a migliaia di miglia di distanza. È bastato veramente poco, in fondo: volontà di Pace e necessità di riconoscimento reciproco, ed ecco che dal nulla ha preso vita una intensa serata di dialogo, radici comuni e ripudio della violenza tra culture considerate troppo spesso lontane ed inconciliabili.

È questo il senso profondo dell’intenso incontro avvenuto giovedì sera 20 Marzo al Centro Culturale Al-Abrar di via Tazio Nuvolari 2 a Tivoli Terme, dove il parroco della Chiesa Tempio degli Angeli di Collefiorito don Enea Accorsi e un gruppo di cittadini di cui molti della sua parrocchia, hanno fatto visita all’Imam Eid Mohamed in conclusione di una delle giornate di Ramadan, il mese sacro ai musulmani nel quale si pratica l’astensione, tra le altre cose, da cibi e bevande dall’alba al tramonto.

Don Enea e l’Imam Eim Mohamed con alcuni partecipanti all’incontro

La delegazione capitanata da don Enea è stata accolta all’ingresso dal Presidente del Centro Bahloul Mohamed e da Felice Esposito, vicepresidente e tuttofare, oltre ad alcuni giovani frequentanti la moschea. Dopo una breve illustrazione del curatissimo centro islamico, gli ospiti sono stati accompagnati nello studio dell’Imam, che ha per prima cosa donato al sacerdote cattolico il libro “Il Messiah Gesù”, un trattato nel quale si evidenzia la figura di Cristo come profetica e proveniente direttamente dal Dio creatore dell’universo.

In un momento storico particolarmente contrassegnato da guerre e divisioni, dove a farne le spese sono essenzialmente i cittadini più deboli, sono apparse chiare ed inequivocabili le parole dell’Imam, tradotto simultaneamente dal giovane Siddik, sulla necessità profonda del dialogo e della Pace tra le culture e le religioni. Don Enea, ringraziando l’Imam per l’accoglienza ricevuta, ha parlato della radice comune tra le religioni e dell’innegabile presenza degli stessi valori fondanti che portano gli uomini ad aggregarsi in comunità.

Al momento del tramonto, è stata poi offerta a tutti acqua e datteri, la tradizionale usanza di rompere il digiuno che durava dal mattino, e si è poi entrati in moschea, per la preghiera finale.

Don Enea e Massimiliano Rossini di Tivoli osservano la preghiera dei fedeli musulmani

Le donne hanno seguito la funzione in una sala su un piano sopraelevato della moschea, mentre una quarantina di uomini provenienti perlopiù da paesi del nord e del centro dell’Africa, oltre ad italiani ed asiatici, hanno pregato su un grandissimo tappeto decorato celeste seguendo le indicazioni impartite dell’Imam rivolti verso la città sacra de La Mecca. Tanta curiosità per la delegazione cristiana, che una volta lasciate come tutti gli altri le scarpe all’ingresso, è potuta entrare in rispettoso silenzio per ascoltare la preghiera, e ad osservare nei dettagli il luogo sacro, i riti e gli arredi.

Finita la preghiera l’appuntamento per tutti è stato nella sala mensa lì a fianco, dove a tutti i partecipanti alla preghiera e agli ospiti è stata servito l’Iftar, il pasto conviviale della fine della giornata di Ramadan consistente in una intenso e armonioso insieme di piatti della tradizione nordafricana, come la chorba di legumi, una zuppa servita con una indimenticabile salsa piccante da aggiungere a gusto, le brik ripiene, che consistono in tradizionali involtini di pasta croccanti, mezzo uovo, il riso allo zafferano e la carne di vitello cucinata in un sugo caratterizzato da aromi che sembravano appena acquistati da qualche suk di Marrakesh.

Uno dei piatti della ricca cena offerta dal Centro a tutti i partecipanti alla preghiera

Il tutto accompagnato da tè preparato e servito in coloratissime brocche di metallo dalle quali viene versato dall’alto, come da tradizione, e di continuo nei bicchieri di vetro.

La festa del dialogo interculturale è poi proseguita all’esterno, dove era stato allestito in giardino un tavolo pieno di dolci tipici di ogni forma e colore.

A concludere la serata, i fuochi d’artificio alle spalle dei presenti, innescati da Felice Esposito: impossibile per tutti non rallegrarsi di quel momento di Pace e condivisione, ma forte e profondo il pensiero andava verso coloro nel mondo per i quali boati, luci ed esplosioni nel cielo equivalgono a morte, distruzione a disumanità.

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