di Giuliano Santoboni
Abbiamo incontrato Chiara Mozzetta di Castel Madama, di professione ricercatrice presso il Dipartimento di Biologia e Biotecnologie “Charles Darwin” dell’Università La Sapienza di Roma che per testimoniare l’importanza della ricerca scientifica, ha deciso di mettersi in prima persona nelle piazze insieme a migliaia di altri volontari in tutta Italia per raccogliere donazioni necessarie a finanziare gli studi contro il cancro, distribuendo 600 mila piante di azalea per Airc.
Chiara, le piazza colorate di azalee sono ormai da anni un simbolo di speranza nella cura delle malattie tumorali. Riprendendo un vecchio slogan di Airc, quando potremmo cancellare la parola incurabile davanti al nome della malattia?
Rispondo citando a mia volta una classica riflessione di Airc: il cancro non è una sola malattia, ma un insieme di malattie molto diverse tra loro. Proprio per questo, trovare una cura definitiva richiede uno sforzo corale da parte di tutta la comunità scientifica, medica e sociale. Solo la ricerca può condurci a quel traguardo. E mai come in questi ultimi anni siamo stati così vicini a scoperte che permettono di curare un numero sempre maggiore di tumori. Pensiamo ai successi già ottenuti: molte leucemie infantili, le leucemie mieloidi croniche, diversi tumori al seno o i linfomi di Hodgkin oggi sono curabili. Per altre forme, i progressi ci sono e sono costanti, anche se a volte più lenti. La vera svolta, oggi, è nella conoscenza: comprendiamo sempre meglio i tumori e questo ci permette di sviluppare terapie più efficaci e sempre più personalizzate. Non possiamo ancora dire quando cancelleremo del tutto la parola “incurabile”, ma siamo certamente sulla strada giusta.
È molto interessante quando professionisti come te, che nell’immaginario collettivo sono esseri speciali in ambienti asettici avvolti in camici bianchi, guanti e mascherine decidono di scendere in piazza a spiegare direttamente la necessità di sostenere la ricerca scientifica. Spiegaci perché hai deciso di farlo.
Ogni anno Airc coinvolge i ricercatori dei progetti finanziati per affiancare i volontari in piazza: un’occasione preziosa per avvicinare i cittadini al mondo della ricerca e dimostrare quanto concreto sia il loro supporto. Quest’anno mi piaceva l’idea di dare un contributo diretto alla raccolta fondi, così come fanno anche tanti altri miei colleghi. Mi ha spinto inoltre il supporto e la passione delle mie amiche più care, con cui ho deciso di condividere questa esperienza di solidarietà. E soprattutto vorrei far vivere ai nostri figli, che spero ci accompagneranno, il valore di donare tempo e impegno per gli altri, con lo scopo di fargli capire che fare del bene non richiede nulla in cambio, se non la volontà di costruire qualcosa di buono insieme
Rivolgiamoci un attimo a coloro che sono scettici sulle donazioni. I soldi arrivano davvero?
Per chi è scettico sulle donazioni, posso dire con esperienza diretta che i fondi di AIRC arrivano davvero nei laboratori di ricerca. Nel mio laboratorio abbiamo ottenuto due importanti finanziamenti che hanno reso possibile portare avanti uno studio su un raro sarcoma pediatrico del tessuto muscolare, individuando nuovi potenziali bersagli farmacologici. Questi finanziamenti non coprono solo reagenti e materiali, ma anche i contratti del personale: negli ultimi anni AIRC ha sostenuto due ricercatori senior per durate di 3 e 5 anni e un dottorando, figure senza le quali il progetto non sarebbe andato avanti. Inoltre, il rigore del processo di selezione – con panel internazionali che valutano scientificamente ogni proposta – assicura che vengano finanziati solo i progetti più promettenti e innovativi.
La partecipazione attiva dei cittadini è una cosa bellissima, e iniziative come questa la alimentano e contrastano la distanza sociale. Ma ricordiamoci che l’investimento in alcuni settori come sanità e ricerca in ogni caso dovrebbero essere a carico della finanza pubblica.
Concordo pienamente: il finanziamento pubblico alla sanità e alla ricerca dovrebbe essere la norma. In Italia, purtroppo, i fondi strutturali sono ancora troppo frammentati e soggetti a cicli politici che limitano la programmazione a lungo termine. La ricerca richiede orizzonti temporali che superano la durata di un singolo governo, e perciò i risultati faticano a trasformarsi in consenso elettorale. Un intervento efficace dovrebbe prevedere stanziamenti stabili e continui, senza dover attendere anni per nuovi bandi ministeriali. Il Pnrr ha rappresentato un’importante iniezione di risorse, ma resta un’operazione una tantum: quando il “boost” finirà, rischiamo di tornare allo schema precedente, incapace di sostenere progetti di ampio respiro.
C’è una bellissima frase che dice che “Sarà un grande giorno quello in cui medici, studiosi e insegnanti prenderanno dallo Stato tutti i soldi di cui hanno bisogno, e i generali dovranno organizzare una vendita di piante per comprare bombardieri e armi”. Sembra che la spesa militare aumenterà a scapito di tutto il resto. Che ne pensi?
Questa citazione mette perfettamente in luce le nostre priorità: salute, istruzione e ricerca dovrebbero ricevere finanziamenti senza compromessi. Oggi, con l’aumento della spesa militare sul tavolo, c’è il rischio concreto che risorse preziose vengano dirottate altrove. Al di là delle opinioni sul riarmo, è fondamentale che l’Italia – e più in generale l’Europa, che ha fatto della ricerca un punto di forza – mantenga gli impegni presi nel settore scientifico e sanitario. Solo così potremo continuare a innovare e garantire cure sempre migliori, senza dover sacrificare il progresso sui tavoli della politica e del bilancio.
Le piazze delle azalee di AIRC si possono trovare sul sito https://azaleadellaricerca.airc.it/ dal quale è anche possibile fare una donazione online. Ecco un piccolo elenco in aggiornamento del quadrante a nordest di Roma dove trovare le azalee:
Vicovaro – Piazza San Pietro, Mandela, San Polo Dei Cavalieri – Piazza Guglielmo Marconi, Sambuci – Piazza Roma (parrocchia S. Pietro E Paolo), Marcellina, Riofreddo, Tivoli – Piazza Santa Croce, Arsoli – P.zza Dei Martiri Antifascisti, Cerreto Laziale – Piazza Guglielmo Marconi, Vallinfreda – Piazza Del Mercato (chiesa S. Michele Arcangelo), Monteflavio