Guidonia Montecelio, la soprintendenza rinnova il "vincolone". Bloccate le grandi manovre immobiliari proposte da Comune e palazzinari spacciate per migliorie
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Guidonia Montecelio, la soprintendenza rinnova il "vincolone". Bloccate le grandi manovre immobiliari proposte da Comune e palazzinari spacciate per migliorie

Tutte respinte le proposte di modifica della protezione paesaggistica, rimangono a bocca asciutta i gestori del TMB e i costruttori. Il Comune propone vecchie idee già bocciate e altre simili a quelle degli immobiliaristi.

Guidonia Montecelio, la soprintendenza rinnova il "vincolone". Bloccate le grandi manovre immobiliari proposte da Comune e palazzinari spacciate per migliorie
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19 Ottobre 2025 - 18.11


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di Giuliano Santoboni

Sicuramente, Giove, Giunone e Minerva ci avranno messo lo zampino: la Triade Capitolina protegge il territorio delle tenute guidoniane respingendo gli attacchi di monnezzari, palazzinari e affini.

E quindi fatevene una ragione, vivete in una zona da valorizzare e proteggere. È questo il messaggio di fondo della Soprintendenza che emerge dalla riedizione del cosiddetto “vincolone”, la protezione paesaggistica che dal 2016 sembra essere l’incubo di alcuni politici ed imprenditori guidoniani affamati di nuove aree da edificare.

Qui il testo integrale di 208 pagine

Come fu per l’amministrazione Rubeis prima e per quella Lombardo oggi, la protezione imposta dal Ministero per salvaguardare le bellezze paesaggistiche comprese nella dichiarazione di notevole interesse pubblico dell’“Area delle tenute storiche di Tor Mastorta, di Pilo Rotto, dell’Inviolata, di Tor dei Sordi, di Castell’Arcione e di alcune località limitrofe” , meglio noto come “vincolone”, costituisce un elemento di grande frustrazione alle ambizioni di ricerca di nuovi terreni per costruire quartieri e zone industriali.

La posizione del Comune: non sono aree così di pregio

E quindi, in mezzo a prevedibili tentativi di stravolgimento del territorio da parte di costruttori e immobiliaristi come il gestore del TMB Manlio Cerroni con la società Ambiente Guidonia, oppure il ben noto Bartolomeo Terranova, in ben due vesti societarie diverse, o anche Morelli Marmi, spunta in maniera del tutto inopportuna l’osservazione del Comune di Guidonia.

Tra le varie idee di Palazzo Matteotti, spiccano alcune “perle”, come la creazione di una strada per collegare la Buzzi Unicem al casello autostradale. I più attenti ricorderanno che è sempre, nella sostanza, il caro (in tutti i sensi) e vecchio progetto targato Rubeis- De Paolis del 2010-2012, amministrazione nella quale sedevano già molti esponenti dell’attuale maggioranza di Lombardo, ma che venne poi definanziata dall’unione Europea per gravi inadempienze.

Che poi, diciamolo, oltre che collegare l’Unicem con l’A1, sarebbe stata anche un’ottima soluzione per portare la monnezza del CSS del TMB nei forni del cementificio. Ma questa è un’altra storia.

E poi, per rimanere da quelle parti, Palazzo Matteotti ha proposto di far diventare via dell’Inviolata una bella strada di collegamento tra la Palombarese e la cosiddetta 48: questo di fatto è un attacco frontale non solo al vincolone, ma anche al Parco dell’Inviolata, che avrebbe dovuto sopportare una nuova strada ad alta percorrenza al suo interno, come se non bastasse l’autostrada.

Tutto respinto per fortuna.

La Triade Capitolina, simbolo del Parco dell’Inviolata

E comunque, neanche a dire che ci sia in atto una congiura politica nazionale, in un decennio di tormentata storia, il regime vincolistico è stato confermato da governi nazionali e regionali di ogni schieramento politico, compresi i presenti assetti di centrodestra di sicuro molto affini a Lombardo e alla sua maggioranza.

In poche parole, si tratta di una riedizione del vincolo del 2016, annullato dal Consiglio di Stato nel 2024 per motivi puramente procedurali, non di merito, con alcuni “aggiustamenti” sulla classificazione puntuale di alcune aree, che di certo non tocca tutto l’impianto del provvedimento originario.

Nelle motivazioni della Soprintendenza si parla di un paesaggio di eccezionale valore, “caratterizzato dai tratti tipici dell’Agro Romano” e “ricco di testimonianze archeologiche e storiche”.

L’unica osservazione accolta, infatti, risulta essere quella dell’Associazione ANVA, che ha dato un contributo scientifico all’inquadramento naturalistico di tutta l’area. Si tratta in pratica di un sostanzioso aggiornamento bibliografico e accademico sulle presenze faunistiche e botaniche che ha ridefinito al rialzo la necessità di proteggere il territorio, e costituirà sicuramente materiale prezioso per una più ampia valutazione anche in futuro dell’intera area vincolata.

Nonostante il valore ambientale e storico riconosciuto a livello ministeriale, il Comune di Guidonia Montecelio e alcuni privati hanno provato fino all’ultimo a indebolire la portata del vincolo, presentando osservazioni in opposizione.
Le “osservazioni” fanno parte integrante della procedura di approvazione, nel senso che viene pubblicato il piano così come pensato dagli uffici, poi viene dato un tempo congruo a privati e pubbliche amministrazioni per fare delle osservazioni, appunto, non vincolanti con eventuali proposte di modifica che vengono poi valutate dal Ministero.

E quest’ultimo è stato chiaro: “Il territorio non può essere sacrificato a logiche espansive”.
Le norme del nuovo decreto confermano divieti precisi: niente nuove strade carrabili, niente tralicci o cartelloni pubblicitari, e soprattutto stop definitivo a qualsiasi ampliamento della discarica o del TMB, ammettendo solo interventi di contenimento dell’impatto e rinaturalizzazione.

Il “vincolone” non è un ostacolo allo sviluppo, come molti pensano, piuttosto rappresenta un piano di salvaguardia per il futuro, un argine contro il consumo di suolo e la perdita di identità. Se non ci fosse stata la trentennale protezione del Parco dell’Inviolata, tutta l’area dove sono state trovate presenze archeologiche incredibili e uniche come la Triade Capitolina, adesso probabilmente sarebbero piene di palazzine e capannoni.

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