La fotografia racconta l’identità italiana
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La fotografia racconta l’identità italiana

Il libro Storie della fotografia in Italia attraverso più discipline mostra le caratteristiche del paese.

La fotografia racconta l’identità italiana
Fonte: Ansa.it
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22 Giugno 2025 - 17.34 Culture


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Storie della fotografia in Italia racconta la fotografia italiana attraverso tante storie diverse e differenti punti di vista. Riflettendo sulle immagini e sul modo con cui vengono costruite per il pubblico mostra l’identità di una nazione.  

Il volume è stato curato da un ricercatore e due ricercatrici: Giovanni Fiorentino, Monica Maffioli e Roberta Valtorta, che in 33 brevi saggi firmati da 23 autori raccontano appieno il medium fotografico.

È il tentativo di affrontare un argomento in una prospettiva transdisciplinare, con la fotografia come fulcro attorno a cui ruotano letteratura, giornalismo, ricerca etnografica, pittura, design, cinema, teatro.

Giovanni Fiorentino, docente di teorie e tecniche dei media all’Università della Tuscia e presidente della Società Italiana dello studio della fotografia, racconta l’idea dietro al libro: “La storia della fotografia italiana è affrontata abbastanza tradizionalmente da volumi che ricostruiscono una storia lineare e artistica del medium. Qui vogliamo proporre una risposta forte, dare conto di una storia che contiene tantissime storie che non sono state esplorate con mezzi di ricerca integrati che rispondono alla varietà degli approcci disciplinari in ambito umanistico”.

L’obiettivo, quindi, è far narrare due secoli di fotografia in Italia attraverso ambiti come la storia dell’arte, la sociologia, le scienze sociali, i consumi, la vita quotidiana, la moda, le città, il cinema, l’architettura, lo studio dei media, l’estetica, l’antropologia. Il lavoro è pensato in sezioni, ciascuna rappresentante l’approccio adottato delle altre curatrici. Roberta Valtorta, fondatrice del Museo di Fotografia Contemporanea (MUFOCO) di Cinisello Balsamo e docente alla IULM di Milano, e Monica Maffioli, già curatrice e direttrice scientifica della Fondazione Alinari. Fiorentino racconta anche come hanno voluto agire nell’ambito comunicativo: ”Abbiamo chiesto a tutti gli autori di essere molto chiari parlando fondamentalmente a un pubblico di studenti universitari, e di essere sintetici nello spazio e con bibliografie contenute”.

Ciò che rende particolare questa opera è la molteplicità dei contributi. Infatti, ogni singolo saggio aggiunge un tassello in più, come la svariatezza dei luoghi della fotografia in quello sul confronto tra Napoli e Roma, Milano e la Sardegna, la Sicilia e Venezia. Ma a cogliere l’attenzione sono anche tematiche particolari come ”Il ritratto e il culto del Duce”, o il concetto di paesaggio che ispirò nel 1984 la mostra ”Viaggio in Italia” ideata da Luigi Ghirri con il celebre libro che l’accompagnò. Anche il mondo digitale fino all’ultimo capitolo dedicato alle icone fotografiche e alla loro straordinaria potenza simbolica ed evocativa. Come l’immagine (ricostruita) della Breccia di Porta Pia, Aldo Moro prigioniero delle BR, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino insieme sorridenti, il barcone stracolmo di migranti visto dall’alto, e l’infermiera crollata sulla scrivania per la fatica durante l’emergenza Covid.

Che tipo di Italia esce da questi studi? “Sicuramente una identità mediale che costruisce e rafforza una sua fisionomia contemporanea tra Ottocento e Novecento anche attraverso il contributo dei media visivi e in modo particolare della fotografia, utile persino nella costruzione dell’identità nazionale, piegata all’uso che ne fanno il potere e le istituzioni”, racconta Fiorentino. 

Sul tema della intelligenza artificiale il docente conclude: “La prospettiva di chi studia i media implica immediatamente il fatto che le tecnologie si trasformano continuamente. La parte della macchina è quindi essenziale e fondamentale dell’interazione con l’uomo. Per l’ennesima volta assistiamo a una destrutturazione della macchina e a una rinegoziazione tra occhio, mente e macchina. Oggi l’intelligenza artificiale ha bisogno di indicazioni e interazioni con la mente. Siamo di fronte all’ennesima sfida tecnologica e ragioniamo di uno scarto importante rispetto al passato. L’uomo ora deve negoziare con le nuove tecnologie la produzione visiva appunto interagendo con l’Intelligenza Artificiale”.

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