Eurovision, se c'è Israele non c'è la Spagna
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Eurovision, se c'è Israele non c'è la Spagna

La Spagna ribadisce le sue posizioni a sostegno della Palestina e non parteciperà alla prossima edizione dell'Eurovision se ci sarà Israele.

Fonte: ansa.it
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17 Settembre 2025 - 16.07 Culture


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La Spagna non parteciperà né trasmetterà l’Eurovision Song Contest se ci sarà un rappresentante di Israele. È la prima volta che si verifica una situazione simile dal suo debutto nel 1961, una scelta che è stata formalizzata a maggioranza dal Consiglio di amministrazione della televisione pubblica Rtve e che si verifica in un contesto internazionale sempre più teso a causa delle operazioni militari in atto sulla Striscia di Gaza. Una scelta presa dalla Spagna, seguendo ciò che è stato già fatto in Islanda, Irlanda, Paesi Bassi e Slovenia, anche contro il “doppio standard” che portò alla squalifica della Russia nel 2022 in seguito all’attacco in Ucraina.

Rispetto ai “Big Five” – Italia, Francia, Germania, Regno Unito e Spagna- che hanno accesso diretto e una forte importanza economica per la finale, Madrid è stato il primo a prendere questa decisione, senza considerare che Ana Maria Bordas, spagnola, è al comando del Reference Group di supervisione di Eurovision.

Rtve intende mettere sotto pressione l’Unione Europea di Radiodiffusione (Uer), che ancora non si è espressa sulla decisione finale, per rivalutare la partecipazione di Israele all’assemblea che si terrà tra il 4 e il 5 dicembre a Ginevra.

Rtve era già andata contro le sanzioni dell’Uer, trasmettendo questo messaggio poco prima l’inizio della finale: “Sui diritti umani, il silenzio non è un’opzione. Pace e giustizia per la Palestina”. E nel 2024, a maggio, aveva mandato una lettera dove invitava ad avere un “audit indipendente” e una “revisione completa” del voto telematico del pubblico al concorso per garantire che non ci fosse “un’interferenza esterna”. In quella edizione, il rappresentante israeliano aveva modificato il brano “October Rain” perché aveva contenuti riferiti all’attacco del 7 ottobre 2023.

Mentre il consigliere delegato di Kan, Golan Yochpaz, ha deciso di non rifiutare la partecipazione al festival per la prossima edizione sostenendo, durante la presentazione della programmazione autunnale, che “non ci sono motivi perché Israele non continui a essere parte importante di questo evento culturale”.

Rtve ha ricevuto sostegno dal governo spagnolo per le sue decisioni, con il ministro della Cultura, Ernest Urtasun e la vicepremier Yolanda Diaz che hanno ribadito come la Spagna “non possa essere complice di un genocidio”. Una posizione sostenuta e sottolineata anche dal premier Pedro Sanchez che, dopo aver espresso “ammirazione” perché la finale Vuelta de Espana di ciclismo era stata interrotta dai cortei pro Palestina, ha sostenuto: “Fino a che non avrà fine la barbarie, né Russia né Israele devono essere presenti a nessuna competizione internazionale”.

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